«Come faccio a capire se una mia passione ha senso, se rimarrà un hobby o diventerà una professione? Quali sono gli sbocchi lavorativi di una determinata facoltà? Se intraprendo una facoltà che non va di moda, troverò lavoro?”. “Qual è la differenza tra rimanere in Italia e andare all’estero?”. Questi i tanti interrogativi che i ragazzi delle superiori si pongono quando è il momento di avvicinarsi alla scelta universitaria. Per accompagnarli nella ricerca delle informazioni e dare loro un metodo su cui basare la scelta, Mariapaola Testa ed Elisa Piscitelli, 30 anni, hanno creato Futurely, una piattaforma che offre un percorso digitale di orientamento.
Ex compagne di università al Politecnico di Milano, con esperienza di lavoro in società di consulenza strategica, hanno iniziato a lavorare a questo progetto a fine 2019. Hanno una sede a Milano e un’altra (in apertura) a New York.
«Al momento della scelta dell’università i ragazzi sono lasciati troppo soli e sono spesso disorientati. E il risultato è che il 30% è insoddisfatto della propria scelta e il 20% cambia indirizzo dopo il primo anno».
Come vi è venuta l’idea di Futurely?
«Io ed Elisa ci siamo re-incontrate negli Stati uniti dopo gli anni dell’università: Elisa stava finendo il master al MIT e io stavo cominciando gli studi a Harvard» ci ha spiegato Mariapaola. «Ci siamo trovate a parlare dei nostri percorsi, non proprio lineari e di come sarebbe stato tutto più facile se avessimo avuto delle guide e come mancasse un servizio che aiutasse davvero i giovani a fare chiarezza in un momento così importante per la loro vita. Harvard ci ha messo a disposizione degli esperti di orientamento e siamo state selezionate in due programmi di accelerazione, I-Lab e Rock Accelerator».
Come funziona?
«Il percorso si sviluppa in 20 passi progressivi, partendo dalla conoscenza di sé e arrivando alla conoscenza dell’università. Ogni settimana viene postato un nuovo esercizio della durata di circa un’ora. Il modello di business è freemium: risorse, laboratori scolastici e webinar sono gratuiti, mentre il percorso è a pagamento».
Ora tu vivi a Harvard ed Elisa a Los Angeles. Come avete fatto a lavorare a distanza?
«Diciamo che siamo entrambe molto flessibili negli orari e ci siamo venute incontro tanto, lavorando su Zoom e al telefono. Un momento difficile è stato quando dovevamo fare i primi progetti pilota in alcune scuole italiane a febbraio, proprio nei giorni in cui si stava diffondendo il Covid. Abbiamo deciso di cancellare tutti i programmi ancora prima che partisse il lockdown e abbiamo iniziato a spingere per fare tutto online invece che aspettare».
Perché per voi è importante l’empowerment dei ragazzi?
«Siamo in una società sempre più fluida in cui le carriere tradizionali non esistono più ed è fondamentale poter offrire una guida ai ragazzi per navigare questo contesto. Il tutto sapendo che l’espressione e la realizzazione individuale è sempre più importante». Info: www.myfuturely.com
Tratto da Millionaire di settembre 2021.