Una community online dove ognuno può dare il proprio contributo per l’emergenza. Si chiama Gooders. Funziona così. Giovani talenti organizzano performance live o offrono lezioni di cucina, yoga, fitness, musica. Scelgono un ospedale a cui donare il ricavato della loro attività. E i partecipanti, al posto di pagare il servizio, possono effettuare una donazione libera e diretta a un ente. L’idea è di quattro amici, tutti tra i 31 e i 32 anni. Lavorano nel mondo dell’innovazione, del marketing e del no profit.
«Costretti a casa, in un pomeriggio di brainstorming abbiamo individuato tre bisogni: quello delle strutture ospedaliere di trovare risorse per affrontare l’emergenza, la necessità delle persone a casa di continuare a vivere normalmente, provare nuove esperienze, fare sport e divertirsi e la voglia di molti di dare un contributo, donando tempo e talento» racconta Gianluca Lattuada, co-founder della community insieme a Amanda Vargas, Diego Gatto e Claudia Gerini.
Sul sito gooders.it sono disponibili lezioni, videoricette, concerti live, workshop sui diritti civili. «Ogni giorno c’è qualcosa di diverso da fare, a distanza e gratuitamente. Circa 10 attività a settimana. Un modo per trascorrere le giornate e fare anche del bene. Sulle donazioni c’è la massima libertà. Ognuno può donare se e quanto vuole. E ogni donazione arriva direttamente all’ente scelto».
Per diventare un “Gooder”, basta inviare una descrizione dell’attività che si vuole offrire, indicare il canale che si utilizza (Instagram, Skype, Zoom) e l’ente a cui si vuole destinare la donazione. «All’inizio i beneficiari erano quasi tutti ospedali, per l’emergenza sanitaria. Ora si può donare anche ad associazioni locali che si occupano di temi sociali (aiuti a famiglie bisognose, senzatetto, ecc)».
Il sito è online da inizio aprile, ha migliaia di visitatori e un calendario in continuo aggiornamento. Il progetto non ha scopo di lucro. «È un mix di personal fundraising e civic hacking: le persone, dal basso, affrontano i problemi di comunità con soluzioni innovative e creative. Perché crediamo che il mondo possa essere cambiato da ognuno di noi. Far parte della community, come organizzatore di attività o solo come fruitore, significa credere in un futuro migliore, per tutti».