Una riflessione in occasione della festa dei lavoratori partendo dal caso Sole 24 Ore (WSJ, FT, etc.).
Mentre celebriamo la festa dei lavoratori, è importante non trascurare il contesto mutevole in cui operano i giornalisti e le imprese media oggi. L’industria dell’informazione è in costante evoluzione, spinta dai cambiamenti tecnologici e dalle mutevoli abitudini dei consumatori. In questo contesto, la sostenibilità economica delle imprese media è diventata una sfida sempre più grande, con implicazioni significative per il lavoro giornalistico e la qualità dell’informazione.
Il caso del Sole 24 Ore, con le tensioni continue tra il Comitato di Redazione e l’Editore, offre uno sguardo su alcune delle difficoltà che molte imprese media devono affrontare nel tentativo di bilanciare gli interessi editoriali con quelli finanziari. Ricordiamoci che il giornalismo di qualità non può prescindere dalla realtà economica in cui opera.
Una sintesi di quanto successo al Sole 24 Ore.
La posizione del CdR. Il Comitato di redazione del Sole 24 Ore ha pubblicato un comunicato (https://www.ilsole24ore.com/art/sole-24-ore-l-intervento-cdr-all-assemblea-azionisti-e-risposta-dell-editore-AFPwNOoD) durante l’assemblea degli azionisti del 29 aprile 2024. Un intervento che evidenzia diverse preoccupazioni riguardo alla gestione aziendale. Si sottolinea come, nonostante il gruppo abbia registrato profitti significativi dopo anni di perdite e sacrifici, ciò è stato ottenuto principalmente attraverso tagli ai costi del lavoro e non investimenti strategici. Si evidenzia un calo del 25% del personale giornalistico in dieci anni, con conseguenze negative sulla qualità del lavoro e sulla coesione interna. Inoltre, si critica l’orientamento del gruppo verso settori come i servizi professionali e gli eventi, a discapito dell’informazione, e si segnala una mancanza di strategia nel settore dell’editoria.
E quella dell’Editore. La risposta dell’Editore del Sole 24 Ore, datata 30 aprile 2024, si concentra invece sul ritorno all’utile del gruppo e sulla sua crescita nel 2023, che è stata considerata positiva e sostenibile. Si enfatizza il ruolo delle persone e del management nell’ottenimento di questi risultati, sottolineando l’importanza dei pilastri di sviluppo del gruppo: digitalizzazione, internazionalizzazione e valorizzazione del brand. Si afferma che il gruppo sta continuando a evolversi nel rispetto delle proprie radici e della sua autorevolezza, mantenendo un’impronta multimediale e un impegno verso tutti gli stakeholder.
Ma il Sole 24 Ore non é solo. I casi di WSJ e FT.
Il Sole 24 Ore è solo un esempio di come le tensioni tra il personale giornalistico e l’editore possano emergere quando si tratta di bilanciare interessi editoriali e finanziari. È importante notare che i sacrifici per rilanciare un’impresa media non ricadono solo sul personale giornalistico. Tutti gli attori hanno contribuito al successo del rilancio dell’azienda, tutto il personale, compreso il management e gli azionisti che hanno ricapitalizzato più volte. Il modello di business cambia e così le risorse umane funzionali allo stesso e non necessariamente in misura minore, ma con differenze funzionali (e anche generazionali).
Per affrontare questa sfida, molte imprese media hanno adottato strategie innovative. Ad esempio, il Wall Street Journal e il Financial Times negli ultimi hanno sviluppato modelli di business diversificati, che comprendono abbonamenti digitali premium, servizi di consulenza e partnership pubblicitarie mirate, con uno ‘shift’ importante a livello di professionalità interne. Questo ha permesso loro di aumentare i ricavi e garantire la sostenibilità economica senza compromettere la qualità dell’informazione. Il tutto in pochissimi anni.
Inoltre, la trasformazione digitale è fondamentale. Le imprese media devono essere agili nell’adattarsi alle nuove tecnologie e alle nuove abitudini dei consumatori. Investire in piattaforme digitali intuitive e in contenuti multimediali attraenti può aiutare a raggiungere nuovi lettori e a mantenere i lettori esistenti. Qualcosa che necessità anche di giornalisti in grado di muoversi a loro agio tra più format e saper ‘competere’ per attrarre i lettori.
Solo imprese editoriali sane possono creare lavoro per il vero giornalismo.
Le imprese media devono adottare strategie innovative per garantire la loro sostenibilità economica. Sono imprese, con una missione pubblica, ma pur sempre imprese. Questo può includere modelli di business diversificati, investimenti nella trasformazione digitale e partenariati strategici con altre aziende. Queste strategie possono aiutare a garantire che l’informazione di qualità rimanga accessibile al pubblico, anche in un panorama mediatico in rapida evoluzione. Questo determina la continuità aziendale, la preservazione di posti lavoro, il loro ricambio e creazione. E questo vale anche per i giornalisti che, proprio grazie alla tecnologia, possono fare il salto di qualità.
Il settore dei media è un’industria come tutte le altre, soggetta alle leggi del mercato e alle pressioni economiche. In questo contesto, è essenziale mantenere un dialogo aperto e costruttivo tra giornalisti, management e altri attori coinvolti nell’industria dei media.
Perché la Festa dei lavoratori, anche nell’editoria, sia di tutti. Anche di chi aspira ad entrare nel settore e si vede preclusa questa opportunità dalla resistenza di modelli di lavoro che non sono più sostenibili.
Nota: Ringrazio il nostro Direttore Responsabile per concedere al sottoscritto, in rappresentanza dell’Editore, lo spazio per questo commento proprio oggi, 1 maggio. Giorno in cui celebriamo i lavoratori tutti. Quelli che un lavoro ce l’hanno, ma soprattutto quelli che ne cercano uno. In un’impresa editoriale, non guasta ricordarlo, i lavoratori non sono solo i giornalisti, ma anche la produzione, i commerciali, l’amministrazione etc.
Matteo Cerri, Amministratore Unico Millionaire Magazine Srl e Millionaire.it Srl