Biotech

Il biotech italiano, sinonimo di eccellenza nel mondo

Di
Alessandra Litrico
5 Febbraio 2024

Entro il 2028 il mercato globale delle biotecnologie dovrebbe raggiungere un valore di 2,4 trilioni di dollari, secondo le stime di Research and Markets. Il mercato globale delle biotecnologie è in rapida crescita anche in Italia. Nel nostro Paese, secondo il rapporto Enea Assobiotec, l’area della salute detiene il primato nel settore con un fatturato di oltre 13 miliardi, grazie all’operatività di 800 imprese sul territorio. Quando parliamo di biotech ci riferiamo a una vasta gamma di tecnologie utilizzate in vari settori e in cui i principali attori del mercato sono le aziende farmaceutiche, le aziende agricole e quelle industriali. Ecco alcuni punti chiave che caratterizzano il biotech in Italia:

Forte Tradizione di Ricerca: L’Italia ha una lunga storia di eccellenza nella ricerca scientifica, inclusa la biologia e la biotecnologia. Le università italiane, gli istituti di ricerca e le fondazioni sono attivamente coinvolti in ricerche biotecnologiche di punta.

Imprenditorialità e Startup: Il Paese ha visto un significativo aumento nel numero di startup biotech negli ultimi anni. Queste startup spaziano da aziende focalizzate su farmaceutica e diagnostica medica a quelle nel campo dell’agro-biotecnologia e della biotecnologia industriale.

Investimenti e Finanziamenti: Nonostante le sfide economiche, ci sono stati investimenti significativi nel settore biotech in Italia, sia da parte di investitori privati che di fondi pubblici. Inoltre, la partecipazione dell’Italia in progetti di ricerca europei fornisce ulteriori opportunità di finanziamento e collaborazione.

Cluster e Parchi Scientifici: In Italia esistono diversi clus-ter biotecnologici e parchi scientifici che promuovono la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese. Questi cluster sono spesso focalizzati su aree specifiche come la biomedicina, la biotecnologia agricola o la biotecnologia marina.

Collaborazione Internazionale: Le aziende e gli istituti di ricerca italiani sono attivamente coinvolti in collaborazioni internazionali, che contribuiscono a rafforzare la posizione dell’Italia nel settore biotech globale.

Regolamentazione e Politiche: Il governo italiano e l’Unione Europea hanno implementato varie politiche e regolamenti per supportare la crescita del settore biotecnologico, assicurando allo stesso tempo la sicurezza e l’etica nella ricerca e nello sviluppo.

Formazione e Talenti: Le università italiane offrono numerosi corsi e programmi di studio dedicati alle biotecnologie, contribuendo a formare una nuova generazione di scienziati e professionisti del settore.

Le sinergie tra ricerca accademica, imprese e sostegno istituzionale stanno guidando l’evoluzione del settore, posizionando l’Italia come un giocatore importante nel panorama biotech mondiale.

 

Arterra Bioscience: la startup specializzata in biotech innovativa in biologia molecolare, cellulare e vegetale

Gabriella Colucci, CEO e Founder di Arterra Bioscience, fonda la startup nel 2004  con un obiettivo preciso: sviluppare tecnologie e soluzioni innovative da applicare in svariati settori industriali. Dopo dieci anni a San Diego nell’Arena Pharmaceuticals, Gabriella Colucci ritorna nella sua città natale, Napoli, con il desiderio di sfruttare le potenzialità del territorio e le sue materie prime. Si accorge ben presto che il modo migliore per scommettere in questo settore è stringere partnership con aziende già presenti sul mercato, come nel caso di Isagro, operativa nel settore degli agrofarmaci e aperta a ingenti investimenti nel campo della ricerca e della produzione. La prima partnership spiana la strada per ulteriori network, come la collaborazione scientifica con Intercos, multinazionale cosmetica poi diventata Vitalab, joint venture che oggi vende i prodotti di Arterra, cioè principi attivi tratti da colture cellulari e colture radicali, con uno sguardo attento anche all’upcycling, come spiega la CEO: «Puntiamo sulla valutazione degli scarti dell’agricoltura e dell’agrifood per trarne principi attivi, e quindi valore. In generale, il nostro Dna è caratterizzato da tecnologie green, che possono essere sfruttate in diversi settori di applicazione».

 

Altheia Science: la PMI innovativa che si occupa di ricerche nel campo della terapia genica e cellulare

Fondata nel 2017 a Siena da quattro professionisti, due dei quali di fama mondiale: Paolo Fiorina e Alessandra Biffi, entrambi professori ordinari, rispettivamente, a Milano e Padova. Gli altri due Co-founder sono l’imprenditore Pierluigi Paracchi e il medico nonché ricercatore Paolo Rizzardi, ex direttore generale della MolMed, una delle realtà più fiorenti della biotech italiana. Come nel caso di Arterra, anche Altheia nasce in seguito al rientro in Italia dagli Stati Uniti della sua Co-founder, Alessandra Biffi, che negli anni precedenti alla nascita della realtà, ha condotto studi e ricerche molto approfondite sulla terapia genica, fornendo il suo grande apporto scientifico con lo sviluppo della cura della leucodistrofia metacromatica, una rara malattia neurodegenerativa. Anche nel caso di Altheia le relazioni sono state cruciali per dare il via a una fitta rete di iniziative, ricerche e scommesse nel settore. Altheia ha in progress molti programmi di ricerca sponsorizzata con le Università di Padova e Milano, delle quali è stata riconosciuta spin-off.

Nel concreto, la PMI innovativa intende trasformare la vita dei pazienti affetti da malattie autoimmuni con terapie innovative e curative, sviluppando approcci pionieristici per la cura del cancro e, al tempo stesso, dando un forte input al rientro in Italia di ricercatori di alto livello capaci di promuovere lo sviluppo del settore biotech. I progetti in cantiere di Altheia sono ambiziosi, importanti, ma serve un grande impegno da parte del nostro Paese, come spiega a Millionaire il Co-founder Paolo Rizzardi: «Nel campo della terapia genica e cellulare, Altheia Science è pronta a sperimentare terapie rivoluzionarie per malattie rilevanti come diabete di tipo 1, sclerosi multipla e leucemia mieloide acuta, contribuendo all’ecosistema dell’innovazione e della medicina traslazionale. Per tradurre la scienza in terapie realmente fruibili – conclude – l’Italia deve promuovere una vera politica di investimento nelle startup e nelle PMI innovative, unica via per costruire un ecosistema trainante per tutto il Paese».

 

Articolo pubblicato su Millionaire di dicembre 2023 / gennaio 2024.

 

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