Siamo passati da una generazione che ha segnato la storia dello sviluppo industriale, in cui al centro della vita stava il lavoro, a una generazione che vive e pensa totalmente all’opposto. Come ci siamo finiti? La stessa Costituzione ci indica il valore morale del lavoro ponendo all’art. 1 “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Chi come me è cresciuto negli anni Ottanta/Novanta sicuramente ricorda una delle citazioni più usate, quando si affronta il tema, che dice “il duro lavoro nobilita l’uomo!”.
Poi arriva la pandemia a scuotere parte delle nostre coscienze, soprattutto quelle dei giovani, dando origine a un nuovo termine che sembra più un movimento filosofico: YOLO Economy, You Only Live Once. Questo movimento culturale, quasi fosse una provocazione, vuole mettere in discussione l’educazione sulla cultura del lavoro considerandola “TOSSICA”! Come uno sfogo che ci porta a riflettere sul dibattito generazionale abbiamo intervistato Simone Terreni, proprietario e Presidente di VoipVoice srl, azienda giovane che offre servizi di telecomunicazioni in Italia. Lo abbiamo scelto proprio per la sua realtà, fatta da giovani ragazzi appartenenti alla generazione YOLO, e per la cultura al lavoro con la quale è riuscito a fare la differenza nel mercato.

Simone, cosa ne pensi di questo movimento di pensiero in cui il “duro lavoro” è tossico per le nostre vite?
«Sinceramente la penso in modo diverso e non ci sto! Leggo spesso sui social network di sedicenti guru che considerano sbagliato alzarsi alle cinque del mattino, lavorare fino a tardi, rinunciare alla vita sociale per lavoro e reputano la “gavetta” uno sfruttamento della persona. Insomma, è come se dare importanza al lavoro mettendolo al primo posto sia da cretini. Come se non avessimo capito niente della vita. Ultimamente noto un certo rincaro con affermazioni sempre più pesanti come: “la perseveranza è inutile”, “impegnarsi non serve a nulla” e “se ottieni successo non è merito delle tue capacità ma sei solo un privilegiato!”».
E quando leggi o senti queste considerazioni cosa pensi?
«Penso alla mia famiglia, alle mie radici. Penso a mio nonno che s’alzava ogni mattina presto per andare in vetreria e quando tornava coltivava l’orto era un idiota? A mio padre che faceva il ferroviere e non c’era mai e, quando c’era, studiava, quindi non capiva nulla? Di mia madre poi non ne parliamo: non ha avuto una vita sociale perché si è dedicata al lavoro, alla cura di me e della casa, la consideriamo una disadattata totale? Insomma, volete dirmi che gli esempi che la mia famiglia mi ha lasciato sono fuffa? Se oggi ho una bella azienda, in crescita, con 40 collaboratori, costruita dal nulla, non è merito del mio impegno e della mia costanza, ma vogliono farmi intendere che ho avuto solo fortuna?
E se mi sono fatto mille gavette, se ho lavorato come precario per anni, se ho fatto straordinari senza essere pagato, se ho lavorato anche quando andavo a scuola, se ho sempre letto e studiato per cercare di migliorarmi, se ho sempre odiato gli aperitivi, il divano e le chiacchiere da gossip, se anche oggi faccio le tre di notte per preparare un corso, se lavoro nel fine settimana, se per rispettare una scadenza non dormo per giorni, vogliono farmi credere che ho sempre vissuto una vita tossica? Ecco, a me questa cosa non torna e non lo voglio assecondare. Perché io invece l’ho sempre chiamata in un altro modo: SACRIFICIO! In tutta franchezza ritengo che sacrificarsi per raggiungere i propri obiettivi, per ottenere una vita migliore, per rispettare gli impegni, lavorando sodo e lasciando il mondo un pochino migliore rispetto a quello che hai trovato, sia un atto nobile».
Le parole di Simone Terreni ci lasciano un punto di vista molto concreto. Senza dubbio ognuno può fare delle proprie scelte un ideale di vita, dopotutto vale sempre la regola del “libero arbitrio” quando le decisioni del singolo influiscono sul medesimo, ma la regola che vale sicuramente per ogni teoria filosofica è il rispetto dei pensieri altrui, anche se differenti. Vale per chi considera il sacrificio sul lavoro una scelta sbagliata come per chi, ascoltando Simone Terreni e sicuramente tante altre persone, felici del proprio lavoro, trova soddisfazione e benessere nel dedicarsi così tanto ai suoi obiettivi professionali.
Articolo pubblicato su Millionaire maggio 2023.