Il paradosso irlandese: un Stato diventato ‘ricco’, ma con un popolo ‘al verde’.

Di
Matteo Cerri
3 Settembre 2024

Il dilemma dell’Irlanda: gestire un surplus di 8,6 miliardi di euro, ma supportare una popolazione che si sente abbandonata e povera. Tra di loro una crescente comunità di italiani (anche imprenditori).

 

Il Financial Times ha dedicato un’inchiesta interessante al paradosso irlandese. L’Irlanda si trova infatti di fronte a un problema di ‘lusso’: un surplus di 8,6 miliardi di euro e un’economia che ha superato di cinque volte le aspettative di crescita l’anno scorso. Questa situazione è il risultato delle entrate fiscali aziendali in forte aumento, principalmente da aziende globali nei settori della tecnologia e della farmaceutica.

Il PIL irlandese è letteralmente esploso negli ultimi anni, ma deve essere corretto per il potenziale effetto distorsivo dovuto alla presenza delle sedi (fiscali) europee di alcune grandi conglomerati internazionali e alla popolazione abbastanza ridotta, di poco più di 5 milioni di abitanti.

 

“Il problema dell’Irlanda non è che non ha abbastanza soldi — ne ha tantissimi”, ha detto Gerard Brady, capo economista di Ibec, la più grande lobby imprenditoriale dell’Irlanda. “Il problema è che fatica a trovare modi per trasformare quei soldi in cose reali di cui la gente ha bisogno.”

 

Un bel problema da avere, qualcosa che in Italia non possiamo quasi immaginare, ma decidere come utilizzare questa ricchezza si sta rivelando più difficile del previsto.

 

 

 

Finanze pubbliche sane e popolazione depressa

Nonostante l’abbondanza di risorse, il governo irlandese rimane cauto, preferendo risparmiare per affrontare future sfide in materia di pensioni, clima e infrastrutture. Alcuni economisti vedono in questo surplus un’opportunità unica per risolvere problemi infrastrutturali e migliorare la società.  Le entrate fiscali derivanti dalla tassazione delle aziende, attualmente al 12.5% anche se verrà leggermente aumentato, sono arrivate a 23,8 miliardi di euro nel 2023 e si prevede raggiungano 24,5 miliardi quest’anno. Entrate che però il governo ritiene  volatili e temporanee. Il governo stima che metà di queste entrate possa essere di natura “straordinaria” e ha deciso di destinare oltre 100 miliardi di euro del surplus in fondi sovrani entro il 2035 per affrontare le sfide future.

 

Secondo i dati dell’UE, l’Irlanda è il paese più solitario d’Europa, con un quinto della popolazione che si sente sola la maggior parte del tempo e quasi due terzi che soffrono di ansia o depressione.

Con un’economia vicina alla piena occupazione e un’inflazione che ha raggiunto il 9,2% nel 2022, ma ora sotto controllo, il governo teme di surriscaldare l’economia.  Ma la ricchezza è concentrata su pochi, mentre un bambino su sette nasce in una famiglia sotto la soglia della povertà.

 

Esistono molte aree in cui il denaro potrebbe essere ben speso — dalla crisi abitativa in un paese dove la crescita della popolazione sta superando di gran lunga la nuova offerta, alla necessità di migliorare la rete elettrica, l’approvvigionamento idrico, i servizi sanitari e i trasporti pubblici.

Emma Howard, docente presso la Technological University Dublin, ha affermato che l’Irlanda dovrebbe utilizzare parte del suo surplus di denaro per “guardare oltre il macro e concentrarsi sui problemi sociali”.

 

Qualunque cosa faccia l’Irlanda con questi soldi, sembra probabile che continueranno ad arrivare.

Nell’ambito di uno dei due pilastri del piano di riforma fiscale dell’OCSE, destinato a rimuovere i vantaggi per le multinazionali che operano in giurisdizioni a bassa tassazione, l’Irlanda ha aumentato la sua aliquota fiscale aziendale dal 12,5% al 15% per le grandi aziende.

Ma l’altro pilastro — l’obbligo per le aziende di pagare le tasse dove si trovano i loro clienti, che devierebbe parte delle entrate fiscali aziendali dell’Irlanda — è di fatto morto.

Ci troviamo in una posizione molto, molto forte al momento,” ha detto Seamus Coffey, presidente del Consiglio consultivo fiscale irlandese, durante una recente conferenza. “La speranza è che non roviniamo tutto.”

 

Il report fa trasparire gli effetti di un risanamento fiscale ben riuscito (dieci anni fa fu necessario un salvataggio, qualcosa impensabile oggi), un’economia che corre, ma non per tutti. Due paesi in uno e non tanto per la pressione fiscale e la disoccupazione che sembrano ben gestiti, ma per i servizi alla persona e le infrastrutture concentrati in poche aree e il timore che questo ‘bengodi’ possa finire.

 

 

Gli italiani che hanno deciso di trasferirsi a Dublino e dintorni

Gli italiani che vivono in Irlanda costituiscono una comunità in continua crescita, come evidenziato dai dati dell’Ufficio Centrale di Statistica Irlandese (CSO) e dall’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE). Nel 2016, erano ufficialmente residenti in Irlanda 11.732 cittadini italiani, dopo sei anni, nel 2022, oltre 24mila!

La maggior parte di loro risiede a Dublino e dintorni, con un’età media di 34,5 anni e una predominanza di uomini (55%). Gli italiani in Irlanda sono attivi principalmente nei settori dell’ospitalità e dell’IT, con una percentuale significativa di laureati, specialmente in scienze sociali, economia e diritto.

 

 

Un paese accogliente per fare impresa

Aprire e gestire una società in Irlanda è relativamente semplice e viene spesso considerato un processo favorevole rispetto ad altri paesi europei, grazie a una serie di fattori che includono la burocrazia ridotta, un sistema fiscale competitivo e un ambiente favorevole agli affari. Ecco alcuni aspetti principali:

Burocrazia semplificata
– Registrazione rapida: è possibile registrare una società in Irlanda in pochi giorni lavorativi. La costituzione può essere effettuata online tramite il Companies Registration Office (CRO). Le forme societarie più comuni sono la Private Company Limited by Shares (LTD) e la Public Limited Company (PLC). La LTD è la più diffusa per le piccole e medie imprese. Non è richiesto un capitale sociale minimo per una LTD.

Regime fiscale vantaggioso
– Imposta sulle società: l’aliquota dell’imposta sulle società è del 12,5% (a breve portata a 15%), una delle più basse in Europa. Questo è uno dei motivi principali per cui molte multinazionali scelgono di stabilirsi in Irlanda.
– Accordi di doppia imposizione: l’Irlanda ha stipulato accordi di doppia imposizione con numerosi paesi, riducendo il rischio di tassazione duplicata per le aziende che operano a livello internazionale.
– Vantaggi per le startup: esistono incentivi fiscali e agevolazioni per le nuove imprese, come il “Startup Relief“, che offre un’esenzione fiscale parziale o totale per i primi tre anni di attività.

Accesso ai mercati e infrastrutture
– Membro dell’UE: essendo parte dell’Unione Europea, le società irlandesi hanno accesso al mercato unico europeo, con possibilità di scambi commerciali liberi all’interno dell’UE.
– Infrastrutture solide: l’Irlanda offre infrastrutture moderne e un settore tecnologico avanzato, con una buona disponibilità di manodopera qualificata.

Aspetti legali e regolatori
– Conformità normativa: l’Irlanda ha un quadro normativo stabile e trasparente, con regolamenti chiari riguardanti la protezione dei dati, i diritti dei lavoratori e la responsabilità aziendale.
– Consiglio di amministrazione: è richiesto che almeno un direttore della società sia residente nello Spazio Economico Europeo. Tuttavia, è possibile ottenere una deroga acquistando un bond assicurativo.

Costo della vita e operatività
– Costo della vita: il costo della vita in Irlanda, soprattutto a Dublino, può essere piuttosto elevato, il che potrebbe influire sui costi operativi, in particolare per il personale.
– Affitto e immobili: i prezzi degli immobili e degli affitti sono aumentati negli ultimi anni, rendendo costoso l’acquisto o il noleggio di spazi commerciali, specialmente nelle città principali.

Gestione aziendale
– Supporto per le imprese: l’Irlanda offre vari programmi di sostegno alle imprese, compresi finanziamenti, consulenze e risorse per le piccole e medie imprese.
– Lingua inglese: essendo l’inglese la lingua ufficiale, le comunicazioni aziendali e legali risultano semplificate per chi ha familiarità con la lingua.

Aprire e gestire una società in Irlanda è generalmente considerato un processo accessibile e vantaggioso, grazie a una combinazione di basse tasse, burocrazia ridotta e un ambiente pro-business. Tuttavia, è importante considerare i costi legati al costo della vita e all’affitto di immobili, soprattutto nelle grandi città. Un buon consiglio è consultare esperti locali in materia fiscale e legale per assicurarsi di rispettare tutte le normative e massimizzare i vantaggi offerti dal sistema irlandese.

 

 

 

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