Attenzione amici d’oltremanica, il Prosecco non è solo sinonimo di bollicine frizzanti per ogni occasione! Con una campagna decisa e pungente, iniziata poco prima delle Feste, il Consorzio di Tutela Prosecco DOC è sceso in campo per difendere il valore e l’autenticità di questo prodotto simbolo del Made in Italy.
Dimenticatevi prosecchi alla spina o in lattina, perché il vero Prosecco DOC nasce solo in due regioni ben precise: il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. Lo slogan della campagna, che campeggia su oltre 80 manifesti della metropolitana londinese, è chiaro e diretto: “This is not prosecco. Do not call it prosecco if it is a common effervescent wine.” (Non è Prosecco. Non chiamatelo Prosecco se è un semplice vino frizzante.)
Non si tratta di snobismo o nazionalismo gastronomico, ma di tutela di un prodotto di qualità riconosciuto dall’Unione Europea con un marchio di denominazione di origine protetta (DOP). Proprio come lo Champagne francese, anche il Prosecco DOC ha regole ben precise: zona di produzione delimitata, grado alcolico minimo, tipologie di uva utilizzate, tutto dettagliatamente descritto in un documento ufficiale.
Stefano Zanette, presidente del Consorzio, ha sottolineato l’importanza di questa campagna internazionale: «Vogliamo sottolineare il ruolo consolidato del Prosecco DOC nei festeggiamenti più attesi dell’anno, garantendo ai consumatori la qualità e l’unicità di un prodotto autentico». Ma perché tanta attenzione proprio al mercato inglese? La Gran Bretagna, fino a pochi anni fa, era il più grande importatore di Prosecco al mondo, consumandone addirittura due volte e mezzo l’Italia. Tuttavia, negli ultimi anni, il mercato ha subito un calo, spingendo i produttori italiani a intraprendere azioni concrete per valorizzare nuovamente il vero Prosecco DOC. Difendere il Prosecco non è solo una questione economica, ma anche culturale. Questo vino rappresenta l’eccellenza italiana, frutto di una tradizione vitivinicola centenaria e di un territorio unico. Ogni sorso racchiude il sole delle colline venete e friulane, la passione dei produttori e il rispetto per l’ambiente.
Quindi, cari amici inglesi, la prossima volta che brindate con un bicchiere di bollicine, ricordate: solo se proviene da Veneto o Friuli-Venezia Giulia e rispetta il disciplinare del DOC, potete chiamarlo Prosecco! Altrimenti, si tratta semplicemente di un buon vino frizzante, ma non del vero Prosecco italiano. E per gli italiani? Continuiamo a sostenere e valorizzare questo prodotto d’eccellenza, scegliendo sempre il vero Prosecco DOC e diffondendo la cultura del bere consapevole. Buon brindisi a tutti!