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Il Reddito di Cittadinanza ci saluta, ma la Guardia di Finanza ne avrà per molto ancora

Di
Redazione Millionaire
14 Agosto 2023

Il modello del Reddito di Cittadinanza è arrivato al capolinea. Anche se sostituito, pur con un mare di polemiche, da altri strumenti di supporto economico, continuano gli interventi della Guardia di Finanza alla ricerca di ‘furbetti’ che ne hanno beneficiato senza averne diritto. E proprio questa è stata una delle ragioni principali che hanno portato l’attuale governo a volerne rivedere i parametri e l’utilizzo.  

Le recenti indagini della Guardia di Finanza hanno evidenziato problemi significativi di frodi e abusi. Dall’aprile 2019 al primo semestre 2023, gli interventi di controllo hanno portato alla luce che un sorprendente 84,14% dei casi indagati presentava irregolarità. Questa cifra è impressionante e solleva preoccupazioni serie sulla validità e l’efficacia del modello stesso.

Regioni come la Calabria e la Lombardia sono diventate epicentri di queste irregolarità, pur se per ragioni diverse. La Calabria detiene una percentuale di irregolarità del 92,63% e la Lombardia, nonostante abbia una percentuale ben più bassa, vanta il numero più alto di denunciati (10.250) e l’importo più alto di frode accertata.

Queste cifre sollevano preoccupazioni non solo sulla gestione, ma anche sulla sua integrità e sulla fiducia del pubblico nel modello. Nel 2023, su 8.469 interventi effettuati, il 79,90% è risultato irregolare, con frodi che ammontano a 80.809.684 euro. I dati mostrano come, nonostante il declino del numero di richiedenti il Reddito di Cittadinanza, il problema delle frodi non sia diminuito proporzionalmente.

Il Trentino Alto Adige emerge come la regione “più virtuosa” con un tasso di irregolarità del 55,25%. Questo dimostra che, mentre alcune regioni possono avere sistemi di controllo più efficaci o una popolazione meno incline alle frodi, il problema è comunque diffuso in tutto il paese.

Tra aprile 2019 e giugno 2023, sono stati spesi oltre 31,5 miliardi di euro per il Reddito e la pensione di cittadinanza. Pensare che una parte importante di questi fondi siano finiti nelle tasche di chi non ne aveva diritto e che difficilmente saranno recuperati, fa pensare su come future misure debbano essere implementate. 

Il Reddito di Cittadinanza aveva certamente un giusto proposito, forse non in quella formulazione, ma è evidente che il sistema ha sofferto di gravi lacune e si tratta di capire quanto non sia stato usato per altre finalità.  È essenziale che le risorse disponibili siano destinate a coloro che ne hanno realmente bisogno e non vengano sfruttate da “furbetti” in cerca di un guadagno facile. Ma soprattutto si pone come evidente il fatto che l’unico modo per sostenere chi non ha un lavoro è di aiutare a trovarne uno dignitoso e velocemente. Per far questo serve supportare chi il lavoro lo crea e dove serve, senza un’imposizione sul lavoro stesso al limite del sostenibile, ma questo è un altro argomento. I ‘furbetti’ rimangono e almeno speriamo che vengano esclusi da futuri sussidi o ‘perdoni’. 

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