L’assurda odissea del “miliardario della discarica”
James Howells, un ingegnere informatico di Newport, Galles, da più di dieci anni combatte contro il suo consiglio comunale per recuperare un hard disk finito nella discarica locale. Sì, avete capito bene: Howells vuole scavare in una montagna di rifiuti per recuperare 8.000 Bitcoin che, all’epoca, valevano poco o niente ma che oggi gli permetterebbero di vivere come un re.
E così, lo scorso lunedì, il nostro eroe si è presentato al Cardiff Civil Justice Centre con una richiesta da capogiro: 495 milioni di sterline per ottenere il permesso di scavare e riprendersi il prezioso disco rigido.
Come perdere 600 milioni con una busta della spazzatura
Tutto iniziò nel lontano 2013, quando Howells, in vena di riordinare l’ufficio, gettò per sbaglio l’hard disk in una busta nera. La sua compagna dell’epoca, ignara del tesoro che conteneva, lo portò diligentemente alla discarica. Appena si rese conto dell’errore, James cercò subito di intervenire, ma il consiglio comunale gli ha sempre detto di no. Perché? Semplice: secondo la legge del 1974, tutto ciò che finisce nella discarica diventa proprietà del comune. Dura lex, sed lex, insomma.
Il consiglio di Newport ha definito la richiesta di James un “fantasy case”, citando il fatto che scavare una discarica non solo è un’impresa titanica (a.k.a. “ago nel pagliaio”), ma rappresenterebbe anche un rischio ambientale non da poco. Ma Howells non si è dato per vinto e ha messo insieme un team di avvocati finanziati da un hedge fund americano, promettendo di dividere i guadagni della sua caccia al tesoro.
“Non è un ago nel pagliaio, è un piano ben preciso”
Per il consiglio comunale, il caso è una perdita di tempo (e soldi). “Scavare in una discarica è impossibile e il signor Howells non ha alcun diritto legale sull’hard disk,” ha dichiarato James Goudie KC, avvocato del consiglio. Ma il legale di Howells, Dean Armstrong KC, ha ribattuto che l’operazione non è un tentativo alla cieca: “Abbiamo identificato con precisione l’area in cui scavare, grazie all’aiuto di esperti.”
Pare che Howells abbia addirittura reclutato l’ex responsabile della discarica di Newport, colui che (a detta sua) seppellì fisicamente l’hard disk nel 2013. “Chi meglio di lui può ricordare dove sono stati messi i rifiuti in quell’estate? Il nostro motto è: ‘se l’ha sotterrato, può aiutarci a dissotterrarlo!’” ha scherzato Howells. Un po’ di ironia non guasta, considerando l’assurdità della situazione.
La battaglia legale e il piano da 10 milioni di sterline
James Howells ha un piano che potrebbe sembrare folle: investire 10 milioni di sterline per scavare nella discarica, recuperare il disco rigido e risolvere anche alcuni problemi ambientali del sito. Secondo il suo team, infatti, il consiglio di Newport sarebbe in violazione delle normative dal 2020 per alti livelli di sostanze tossiche come arsenico e metano. “Potremmo modernizzare la discarica e trasformarla in un esempio di sostenibilità,” ha proposto Howells, cercando di conquistare il favore dell’opinione pubblica.
Ma il consiglio non ci sta. “Non possiamo accettare richieste basate su pretese infondate,” ha dichiarato un portavoce. “Ogni volta che rispondiamo a queste accuse, sprechiamo tempo e denaro dei contribuenti.”
Non mollerò mai (forse)
James Howells, però, non ha intenzione di arrendersi. “Se devo passare la vita a lavorare dalle 9 alle 17 pensando a quel disco rigido, tanto vale che investa tutte le mie energie per recuperarlo,” ha detto. È pronto a portare il caso fino alla Corte Suprema, se necessario.
Con il valore del Bitcoin in continua crescita (e attualmente stimato a 602 milioni di sterline), James non può fare altro che continuare la sua battaglia. “Tutti possono vincere,” ha concluso. “Non si tratta solo di me, ma anche della comunità e dell’ambiente.”
E chissà, magari un giorno il nostro eroe troverà davvero il suo ago nel pagliaio. O, più probabilmente, si ritroverà con un altro conto salatissimo da pagare.
Il giudice deve ancora emettere la sua sentenza.
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