Il progetto The Follower dimostra come sia possibile risalire all’istante esatto in cui è stata scattata una fotografia per Instagram
So cosa hai fatto, il celebre film con Jennifer Love-Hewitt e Sarah Michelle Gellar, è a tutti gli effetti un classico del genere horror: è generazionale, è stato scritto da Kevin Williamson, autore sia di Dawson’s Creek che di Scream, e ha affrontato gli stilemi legati all’horror in modo originale, attraverso la rappresentazione della paura intangibile e insondabile di alcuni teenager alle prese con un reato grave e qualcuno/qualcosa che sembra sapere tutto a riguardo.
Allora, erano gli anni Novanta e la tecnologia non permetteva ancora al mondo di sapere tutto di tutti: non esistevano social, Internet stava prendendo lentamente piede nelle abitazioni. Oggi la situazione è diametralmente opposta: Internet è ovunque e i social hanno raggiunto un livello di pervasività della privacy individuale tale da poter dire a cuore leggero che la vita di ciascuno di noi è, volenti o nolenti, pubblica. A ricordarci quanto inquietante possa essere la diffusione di informazioni online e/o l’uso improprio della tecnologia che abbiamo a disposizione è un artista belga.
La mente che sta dietro a tutto
Si tratta di Dries Depoorter, la geniale mente dietro il progetto dall’emblematico titolo The Follower. Il progetto dimostra come sia possibile risalire all’istante in cui è stata scattata una fotografia per Instagram. Questo incrociando i dati dell’applicazione con le immagini catturate dai milioni di occhi elettronici predisposti sul territorio in nome della pubblica sicurezza.
A favorire il matching tra fotografie e istanti dello scatto rilevati dalle videocamere pubbliche è l’intelligenza artificiale messa a punto dallo stesso artista. Le webcam pubbliche, infatti, trasmettono in diretta sul Web e il loro feed è virtualmente sempre accessibile.
Da qui, 3 gli step che accompagnano Depoorter lungo la dimostrazione della propria tesi. Si comincia con la raccolta di settimane di registrazione di videocamere pubbliche, si passa alla selezione di foto taggate in luoghi pubblici noti e, di conseguenza, ricchi di occhi elettronici, e si termina con il lancio della AI in grado di trovare il matching tra foto e registrazioni. Et voilà, ecco The Follower.
La genesi dell’idea
A questo punto, potrebbe sorgere spontanea una domanda: come è iniziato il tutto? Quando Depoorter è rimasto folgorato da una persona alla ricerca della posizione perfetta per un autoscatto in prossimità di un noto luogo pubblico. Pare che l’operazione abbia richiesto quasi 30 minuti prima di andare a buon fine. Ciò ha spinto l’artista belga a chiedersi se fosse possibile sfruttare l’intelligenza artificiale per ricostruire momenti simili. Dopotutto, il mix di dati, coordinate geografiche e angolazione della prospettiva possono trasformare Instagram nel follower che sa cosa hai fatto, dove l’hai fatto e come l’hai fatto quest’estate.
Limiti e conseguenze
Unico neo: al momento, non è possibile rintracciare tutti. L’AI di Depoorter, infatti, funziona solo attraverso l’utilizzo di dati che provengono da profili IG molto seguiti, oltre i 100mila follower per intenderci. Questo restringe le possibilità di essere sulla lista del follower di Depoorter. Cionondimeno, ancora una volta l’arte si è rivelata un raffinato specchio delle inquietudini che tormentano la gente comune relativamente all’uso sempre più sconsiderato della tecnologia.