Nonostante le nuove crisi internazionali, le PMI italiane confermano di saper reagire alle crisi esterne. Ma rimane un forte divario culturale: solo il 26 % ha aumentato gli investimenti nel digitale, rispetto all’anno precedente, contro il 35% che stenta a riconoscere alla digitalizzazione un ruolo centrale all’interno del settore economico di riferimento. È quanto emerge dall’ultimo “Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI”, realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano.
Le PMI italiane ed il Made in Italy
Con il duplice scopo di quantificare il peso delle PMI nelle filiere produttive e di indagare il ruolo del digitale nelle relazioni di filiera, l’Osservatorio, nell’ambito di una collaborazione con InfoCamere, ha individuato e mappato tre filiere particolarmente rilevanti per il Made in Italy: AEC (Architecture, Engineering and Construction), meccanica e meccatronica, veicoli a motore su gomma e servizi connessi. Le PMI di meccanica e meccatronica, rappresentano più della metà (59%) dei ricavi di filiera. La filiera dei veicoli a motore su gomma e servizi connessi è composta da 5.500 PMI attive (5% del totale) e genera il 36% di ricavi. Segue, infine, l’AEC, con oltre 26 mila imprese attive (3% dell’intero settore) e il 33% di ricavi.
La digitalizzazione delle PMI italiane
Secondo i dati raccolti nell’Osservatorio, poco meno della metà delle PMI italiane sono digitalmente mature, il 9% in maniera avanzata. Il 16% delle piccole e medie imprese è ancora “scettico” verso i benefici e le opportunità della transizione digitale. Poco più della metà delle PMI (55%) mostra un atteggiamento timido (39%) nei confronti della trasformazione digitale. A mancare è soprattutto un approccio olistico e una visione strategica di lungo termine.
I progetti nel digitale per le PMI
Dall’analisi sulle iniziative realizzate in Italia a favore della digitalizzazione delle imprese, emerge un’assenza di focalizzazione esclusiva verso le PMI, soprattutto a livello nazionale. Solo 2 progetti su 10 sono esclusivamente per le PMI e di questi 2 iniziative su 3, sempre a livello nazionale, sono rivolte indiscriminatamente a tutte le imprese, senza considerarne il settore o la filiera come fattore discriminante. A livello regionale, invece, le misure dedicate in maniera mirata alle PMI e/o a specifici settori o distretti risultano più frequenti. Per quanto riguarda la ricerca di risorse finanziarie, in generale le PMI italiane faticano a intercettare tempestivamente i bandi ai quali potrebbero aderire, e qualora siano in grado di accedervi, hanno difficoltà a impostare una programmazione di medio-lungo termine a causa dell’incognita sulla disponibilità di quello stesso incentivo anche in futuro.