Da tutto il mondo arrivano pazienti in Italia per curarsi e farsi operare. Italia: il business profittevole del “turismo sanitario”

Italia: il business profittevole del “turismo sanitario”

Di
Antonio Piemontese
11 Aprile 2023

Da tutto il mondo arrivano pazienti in Italia per curarsi e farsi operare. Il cosiddetto “turismo sanitario” offre grandi opportunità, ma richiede competenze.

 

Arrivano in Italia per curarsi da tutto il mondo. Il “turismo sanitario” da sporadico è ormai diventato una linea di business profittevole e su cui le strutture private hanno investito e investiranno. In Lombardia è nato healthlombardy.eu, portale creato da Assolombarda, braccio locale di Confindustria. Missione: «Introdurre nella domanda di salute globale la reputazione delle strutture regionali di eccellenza». Funziona, perché è totalmente in regime di solvenza, per un pubblico disposto a pagare per delle buone cure. Le specialità chirurgiche sono le più richieste. «L’Italia forma alcuni tra i migliori professionisti al mondo. Per operare – spiega a Millionaire Stefano Urbani, healthcare advisor e consulente di diversi ospedali in Italia e all’estero, – servono le “mani” giuste, e quelle italiane sono notissime in branche come la cardiochirurgia, la chirurgia oncologica, quella pediatrica e quella spinale, che sono quelle per cui, principalmente, vengono a curarsi da noi».  

Le mosse giuste per l’internazionalizzazione

Ma quali sono i passi per entrare in un settore così competitivo? Il primo è mappare le competenze interne, non solo mediche. Quindi, un’analisi di mercato, per individuare i Paesi dove investire in marketing, comunicazione e potenziamento della rete. «Dove proporre una determinata expertise? Quali sono le patologie più diffuse, in quali realtà alcuni interventi costano troppo o non si trovano i professionisti giusti?». 

«Nei Paesi mediorientali ad esempio – spiega Urbani – esiste una forte richiesta di chirurgia bariatrica, campo in cui l’Italia si difende bene. Allo stesso modo, nel Golfo i problemi cardiologici dovuti allo stile di vita generano elevata domanda di cure». Se l’attività di scouting e promozione ha successo, si riesce a creare un network e i primi pazienti cominciano a prendere contatti con la struttura. «A questo punto, il fattore chiave è possedere competenze linguistiche adeguate. 

Occorre ridurre al minimo i disservizi e tutte le situazioni in grado di creare stress: dalla richiesta dei visti necessari ad aspetti più prosaici come i transfer, è impensabile non far trovare una vettura all’aeroporto quando chi deve curarsi arriva. Abbiamo riscontrato che a essere più apprezzate sono le strutture che si prendono cura dei parenti, aiutandoli nella ricerca di una sistemazione per quello che, ricordiamolo, è un momento difficile ma pieno di speranza». In questo senso, le bellezze del territorio italiano e dei suoi borghi aiutano a offrire opportunità di svago e distrazione anche in caso di trattamenti lunghi. 

Una rivoluzione organizzativa 

«Una volta dotata di medici, macchinari e spazi, per essere sostenibile una struttura del genere deve funzionare a pieno regime» sottolinea Urbani. «Ma se l’ospedale ha operato la scelta strategica di investire in questo settore, è fondamentale supportarla a tutti i livelli». L’offerta formativa è un’altra leva per creare fedeltà: «Molti ospedali in Italia fanno ricerca ad alto livello, e quelli stranieri mandano da anni i propri medici a seguire corsi di specializzazione. È chiaro che questi professionisti costruiranno con i propri maestri un rapporto privilegiato e resteranno sempre legati, mandando i casi più complessi qui».

 

Articolo pubblicato su Millionaire marzo 2023

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