Italia: la nuova generazione preferisce il lavoro autonomo

Di
Redazione Millionaire
1 Dicembre 2022

Le statistiche confermano che gli studenti in uscita dal sistema scolastico preferiscono lavorare in proprio.

 

L’idea di lavoro che si trova tra la nuova generazione e la precedente si è completamente ribaltata. Secondo una recente ricerca condotta da Skuola.net in collaborazione con ELIS, realtà no profit che forma persone al lavoro, i giovani preferiscono di gran lunga il lavoro autonomo rispetto al contratto da dipendente. Se quindi i genitori di questa generazione hanno preferito la sicurezza del lavoro sottoposto, i giovani di oggi sono molto più propensi ad abbracciare il rischio imprenditoriale nella speranza di un futuro più prospero e soddisfacente. Sono numerosi, infatti gli studenti in uscita dal sistema scolastico che dichiarano di avere programmi molto ambiziosi per il futuro: su una quota di 600 neodiplomati intervistati, ad esempio, ben 100 vorrebbero calarsi nelle logiche dell’impresa, provando a costruire un’attività tutta loro. Della restante parte, il 23% vorrebbe svolgere un lavoro autonomo, mentre solo un 25% punta sulla sicurezza del lavoro dipendente. Solo un quarto dei giovani, quindi, a differenza dei tre quarti della generazione precedente, preferisce mettere la propria crescita nelle mani di un’azienda.

 

Futuri imprenditori

Tra gli intervistati che hanno affermato di voler costruire qualcosa di proprio, più della metà ha dichiarato di avere già individuato l’idea su cui lavorare, mentre il restante 46% afferma di essere intenzionato, ma di non avere ancora una visione concreta da perseguire. Tra quelli che già sanno cosa vogliono dal loro futuro, il 42% vorrebbe sviluppare la propria idea in autonomia, mentre il 12% l’ha già pensata come qualcosa su cui operare in team. Ovviamente, i ragazzi sono consapevoli che non si diventa imprenditori da un giorno all’altro, a conoscenza del fatto che un’idea ha bisogno di tempo per essere matura. Una mentalità probabilmente agevolata dall’avvento dei social networks, i quali hanno avvicinato il mondo dell’impresa anche a chi di estrazione sociale non viene da una famiglia di imprenditori.

Su questa prospettiva, inoltre, è interessante notare come la mentalità da startupper si stia sviluppando già in età scolastica, poiché in diversi casi la squadra che lavorerà sui progetti si è già formata da tempo e si trova già a pianificare i prossimi step di sviluppo. La preferenza del rischio imprenditoriale nei giovani dimostra anche come il nostro Paese si stia adeguando alle prospettive future, costruendo realtà in grado di supportare i giovani imprenditori nella realizzazione delle proprie idee.

 

Gli studenti conoscono già il mondo del lavoro

La ricerca condotta da Skuola.net, ha anche evidenziato il fatto che molti dei giovani lavoratori, in attesa di poter effettivamente entrare nel mondo del lavoro, hanno iniziato ad affacciati al mondo del lavoro effettuando piccoli lavoretti già dai banchi di scuola. E nonostante nell’84% dei casi si sia trattato di lavoretti classici come baby sitter, ripetizioni o cameriere, il restante 16% ha invece sfruttato le nuove tecnologie per applicarsi nei cosiddetti mestieri digitali. Tra questi, più di 1 su 3 vorrebbe che quell’attività si trasformasse un domani nella propria occupazione principale.

I settori presi maggiormente in considerazione

Tra i ragazzi che puntano a una carriera nel digitale emergono anche dei settori specifici di preferenza. L’innovazione, per esempio, è la fetta di mercato più appetibile, all’interno della quale troviamo al primo posto l’eCommerce con un 23%, più in generale la vendita di beni e servizi tramite siti web o social networks, l’influencer marketing e la creazione di contenuti sulle piattaforme digitali al secondo posto con un 21%, mentre al terzo posto con un 19% troviamo il mondo delle operazioni fintech come trading online e la compravendita di criptovalute. Meno presidiati sono invece i campi dello sviluppo e gestione di App e dell’informazione online che si limita a un 10% e il settore degli e-sport e del gaming professionale che invece si racchiude in un micro 7%.

Dato l’andamento del trend, è necessario quindi, far sì che queste giovani menti possano accedere facilmente a formazioni dedicate in grado di rendere un ragazzo un vero imprenditore, permettendo a questi ultimi di sviluppare soluzioni innovative in grado di sostenere e accrescere l’economia dell’Italia del futuro.

 

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