La guerra dei dazi di Trump: Europa e Canada rispondono

Di
Redazione Millionaire.it
3 Febbraio 2025

A meno di due settimane dal suo ritorno alla Casa Bianca, Donald Trump ha acceso un nuovo fronte di tensione economica globale: una guerra commerciale che coinvolge alcuni dei principali partner degli Stati Uniti. La sua amministrazione ha imposto dazi del 25% su merci provenienti dal Canada e dal Messico e del 10% su prodotti cinesi. Secondo Trump, queste misure renderanno l’America “più ricca e potente”, ma il resto del mondo non ha intenzione di restare a guardare.

 

La risposta del Canada: dazi su Tesla

Il Canada non ha tardato a reagire. Il primo ministro Justin Trudeau ha annunciato misure di ritorsione equivalenti ai danni subiti, promettendo una politica di “dollaro per dollaro”. Tra le contromosse proposte, una delle più significative è l’aumento delle tasse sulle importazioni di auto Tesla, colpendo così direttamente Elon Musk, considerato vicino a Trump. L’obiettivo è mandare un segnale forte a Washington e dimostrare che le politiche protezionistiche possono avere conseguenze dirette anche sulle aziende statunitensi.

 

L’Europa non resta a guardare

Anche l’Unione Europea si prepara a rispondere. Bruxelles ha ribadito che difenderà i propri interessi e, se necessario, introdurrà misure per proteggere le imprese europee. La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha avvertito che un’escalation dei dazi potrebbe rallentare l’economia del continente e creare incertezze sull’inflazione.

L’Europa dipende fortemente dal commercio con gli Stati Uniti, ma anche con Cina, Canada e Messico, che ora sono coinvolti nella disputa. Se la situazione dovesse peggiorare, potrebbero esserci impatti significativi sull’export e sulla crescita economica.

 

Nuove tariffe in arrivo

Trump non intende fermarsi qui. Dal 18 febbraio scatteranno nuove imposte su gas e petrolio, oltre a tariffe su acciaio, alluminio, rame, microchip e farmaci. La lista dei prodotti colpiti potrebbe allungarsi, ma non è ancora chiaro quali merci europee finiranno nel mirino.

 

Quali conseguenze per gli Stati Uniti?

Nonostante la retorica di Trump, gli economisti mettono in guardia sugli effetti negativi dei dazi. L’aumento delle tariffe alza il costo dei beni importati, con un impatto diretto sui consumatori americani. Prezzi più alti significano inflazione crescente, che potrebbe spingere la Federal Reserve a mantenere tassi di interesse elevati. Questo scenario rischia di rallentare l’economia statunitense, riducendo i benefici previsti dal protezionismo.

Inoltre, i dazi rafforzano il dollaro, rendendo più costoso l’export americano. Di conseguenza, le industrie statunitensi che esportano all’estero potrebbero soffrire, riducendo la competitività del Made in USA sui mercati globali.

 

Il costo per l’Italia

Le ripercussioni si sentiranno anche in Italia. Secondo l’OCSE, un aumento del 10% delle tariffe statunitensi potrebbe far perdere al Made in Italy circa 3,5 miliardi di euro di esportazioni negli USA. Se i dazi salissero al 20%, la perdita potrebbe toccare i 10-12 miliardi di euro.

 

Una guerra senza vincitori?

Mentre Trump insiste che “i dazi portano successo”, il rischio di una guerra commerciale globale è sempre più concreto. Se gli alleati storici degli USA, come Canada ed Europa, continueranno a reagire con misure di ritorsione, si potrebbe innescare una spirale negativa per l’economia mondiale. Alla fine, nessun paese ne uscirebbe realmente vincitore.

Il prossimo mese sarà decisivo per capire l’evoluzione di questa sfida economica. Riusciranno le diplomazie internazionali a trovare un compromesso o la guerra dei dazi diventerà una realtà permanente?

 

 

 

 

 

 

 

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