palmieri bizplace startup

«La mia prima startup? Un fallimento. Ho imparato tutto sulla mia pelle. E ora vi spiego come si fa»

Di
Tiziana Tripepi
6 Aprile 2021

«A 17 anni marinavo la scuola per frequentare i corsi che la Regione Lazio organizzava sulle startup, una parola che stava nascendo in quegli anni e che mi appassionava, anche se non sapevo esattamente cosa significasse: ho ancora nell’iPad l’elenco delle idee imprenditoriali che mi sarebbe piaciuto realizzare, tra queste c’era un allevamento di lumache» Federico Palmieri, 26 anni, romano, è il founder di Bizplace, la società che aiuta le startup a fare fundraising.

La tua storia comincia con un fallimento…

«Avevo appena finito il liceo e con alcuni compagni ho fondato Mr Guide, una startup che si proponeva di fornire guide “su misura” ai turisti che visitavano Roma. È stato un fallimento. Avevamo costruito un prodotto che nessuno voleva e, soprattutto, abbiamo perso troppo tempo (2 anni) e troppi soldi prima di chiuderla. Ho dovuto vendere tutti i regali in oro della prima comunione per poter ripagare i debiti».

Poi cosa è successo?

«Non avevo più soldi. Poi un mio amico che faceva il cuoco in un hotel a Roma mi ha detto che si era liberato un posto da magazziniere… questo lavoro mi è servito a guadagnare qualcosa mentre lavoravo all’idea successiva, che è stata Bizplace. Mi svegliavo la mattina alle 4 e attaccavo a lavorare alle 5.30 per 9 ore, poi andavo a casa e mi dedicavo alla nuova startup. I miei stipendi li ho investiti qui. Ho lasciato il lavoro solo quando ho iniziato a fatturare: 10mila euro, mi sembravano tantissimi».

Che cos’è Bizplace?

«È un “ponte” tra startup e investitori: permette alle prime di fare fundraising e ai secondi di trovare nuove imprese sulle quali investire. Agli investitori propongo uno screening gratuito delle startup in circolazione, che pagano una fee per i servizi che offriamo, quali la redazione del business plan, la strategia di investimento e il contatto con gli investitori».

Come hai fatto a creare questa attività senza avere esperienza in questo campo?

«Ho cominciato con il contattare gli investitori professionali: Invitalia Ventures, Innogest, Iag… a loro offrivo un servizio gratuito per un lavoro solitamente molto oneroso in termini di tempo. Quanto alla redazione del business plan per le startup, all’inizio mi facevo aiutare dai miei amici che studiavano alla Luiss, davo loro una percentuale del 20-30% dei 300 euro che richiedevo per il servizio. Fino a che non è entrato come socio un mio ex compagno di scuola, Andrea Bonabello: aveva fatto la tesi alla Luiss con un professore di Finanza strutturata, Riccardo Bruno, persona con grandissima esperienza e di grande umanità. Nella tesi Andrea aveva parlato di Bizplace. Il prof si è incuriosito e ha voluto conoscermi. Nel giugno 2019 ha acquisito il 30% della società. Non finirò mai di ringraziarlo per quello che ha apportato nella startup: competenza e relazioni».

Quali i risultati a oggi?

«In questi 3 anni il fatturato è cresciuto: da 180mila euro nel 2018, a 400mila nel 2020. Ho 12 dipendenti regolarmente assunti. Vediamo un migliaio di startup all’anno, ne selezioniamo circa 80-100. E recentemente ho creato con Andrea una società di investimento, che ha raccolto più di un milione di euro. Sono felicissimo. Se anche solo il pensiero di fare l’imprenditore mi piaceva, oggi posso dire che farlo davvero è ancora più bello».

Info: www.bizplace.it

Tratto dall’articolo “Giovani e imprenditori” pubblicato su Millionaire di febbraio 2021.

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L’apertura dell’articolo pubblicato su Millionaire di febbraio 2021
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