Nonostante la pandemia e la crisi energetica abbiano messo in ginocchio interi settori economici, il franchising in Europa non dà segni di rallentamento e non mancano tante nuove opportunità per gli imprenditori.
In Italia, il report Assofranchising mostra chiaramente l’immagine di un settore, spesso sottovalutato, che invece si muove in controtendenza, con numeri tutti in crescita, dal Pil al numero dei punti vendita. E che non solo è in grado di far crescere e internazionalizzare tanti brand, ma che contribuisce a ridurre la disoccupazione proprio in quelle fasce più deboli, tra cui quella importantissima che include i giovani.
Perché il franchising va così forte? È solo un caso?
Una ragione è da trovarsi nelle caratteristiche fondanti del rapporto di franchising, che contribuiscono a renderlo flessibile, resiliente e resistente proprio durante i momenti di crisi. Un rapporto di partnership e fiducia, quello tra franchisor e franchisee, che consente a entrambi di superare le difficoltà, sfruttando intelligenza collettiva e condivisione del rischio. A pensarci bene, il franchising ha nel suo dna alcune tra le caratteristiche che vorremmo trovare in ogni impresa. È basato sui rapporti umani e sulla condivisione delle best practice. È scalabile e replicabile, come si augura alle migliori startup. È attento ai trend del momento. È sempre in evoluzione, dal punto di vista legale, commerciale e di comunicazione.
Questo non vuol dire che sia tutto rose e fiori. Dalla complessità dei costi energetici al recruitment di nuovo personale, fino alla ridefinizione degli spazi, le sfide per affiliati e brand di certo non mancano. Nell’attuale scenario economico, il franchising rappresenta quindi un modello che continua la sua crescita anche a livello internazionale e che offre ai titolari di una rete in franchising interessanti opportunità di espansione in Italia, ma anche e soprattutto all’estero.
Da Millionaire ottobre