L’acceleratore dell’università americana di Berkeley sceglie MIND Milano come location

L’acceleratore dell’università americana di Berkeley sceglie MIND Milano come location

Di
Tiziana Tripepi
4 Settembre 2023

Per Steve Blank, uno dei grandi saggi della Silicon Valley, l’innovazione nasce dove c’è una concentrazione di soldi e di persone folli. In Italia si sta provando a creare un ecosistema che si basi sugli stessi principi. È MIND – Milano Innovation District, il distretto dell’innovazione che si sta sviluppando a meno di mezz’ora di metropolitana dal centro della città.

Si tratta di un’area di un milione di metri quadrati che sta prendendo forma per arrivare a pieno regime nel giro di qualche anno. I promotori sono una società di sviluppo e rigenerazione urbana, Lendlease, multinazionale australiana che ha preso in concessione l’area per 99 anni, e Arexpo, partecipata da MEF, Comune di Milano e Regione Lombardia, che è proprietaria dei terreni. Un’autentica partnership pubblico-privata. L’area ospiterà aziende, centri di ricerca, università, acceleratori che in parte sono già lì. E anche privati cittadini, perché al suo interno è previsto un quartiere residenziale. Per un totale, a regime, di 60 mila persone.

 

L’acceleratore dell’università americana di Berkeley sceglie MIND Milano come location

 

La formula unica al mondo per far Collaborare le grandi imprese

Per far lavorare insieme dentro Mind le grandi imprese è stata “inventata” una formula che non ha uguali nel mondo. Si chiama Federated Innovation e il suo presidente è Tommaso Boralevi, ingegnere con esperienza decennale negli Stati Uniti, cofondatore e consigliere di diverse startup. 

«Volevamo spingere le imprese a cooperare», spiega Boralevi. «Ma come essere sicuri che si impegnassero davvero a fare innovazione? La soluzione è stata trovata nella creazione di una nuova società, un nuovo ente legale, che è appunto Federated Innovation. Ciascuna azienda versa una cifra annuale che garantisce l’operatività della società. Al momento il budget è di 3 milioni di euro all’anno, con questa cifra sviluppano insieme progetti di innovazione». 

 

L’acceleratore dell’università americana di Berkeley sceglie MIND Milano come location

 

Oggi fanno parte di Federated Innovation circa 40 società, italiane e straniere. Tra loro Bracco, Cisco, EnelX, ENI, Novartis, Mapei, Poste Italiane, Astrazeneca (che ha il suo quartier generale italiano proprio all’interno di MIND), Synlab, E.ON. In due anni sono partiti più di 100 progetti. «Si tratta di collaborazioni “verticali”, cioè tra aziende dello stesso settore, oppure collaborazioni in ambiti diversi dal proprio, per creare la cosiddetta “lateral innovation”».

Un esempio? Lendlease ed Elettronica, azienda specializzata in contromisure elettroniche per uso militare (gruppo ELT), hanno sviluppato insieme un prodotto rivoluzionario che rende inattivi i virus presenti nell’aria grazie all’azione di onde elettromagnetiche. Mind è anche un esempio internazionale di rigenerazione urbana, selezionato dal progetto europeo di ricerca T-Factor che studia l’impatto degli usi temporanei e che coinvolge, oltre a Milano, Łódź, Firenze, Dortmund, Barcellona, Marsiglia, Shangai, New York, Kaunas, Amsterdam, Bilbao e Lisbona. La società capofila del progetto di rigenerazione urbana presentato per T-Factor è PlusValue, che guida una “coalizione locale” formata da Politecnico di Milano (Scuola del Design – Polifactory), Università degli Studi di Milano e LAND. Al progetto contribuiscono poi Arexpo, Lendlease e le principali realtà dell’area (Fondazione Triulza, IRCSS Galeazzi, Human Technopole).

 

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SkyDeck, un po’ di Berkeley a Milano

Dietro la creazione di Mind Milano c’è una figura leggendaria nel panorama dell’innovazione mondiale: Alberto Sangiovanni-Vincentelli. Professore di ingegneria elettrica e informatica a Berkeley, in California, imprenditore e co-fondatore di più di 10 società tecnologiche (due delle quali quotate al Nasdaq con una capitalizzazione di circa 120 miliardi di dollari), Vincentelli si è trasferito a Berkeley nel lontano 1975. A distanza di 50 anni è stato contattato proprio da Arexpo e Lendlease per dare la sua visione per la costruzione di questo enorme progetto. 

«Per far nascere l’innovazione sono tre gli elementi imprescindibili: università, grandi imprese e startup. In Silicon Valley un ruolo fondamentale lo hanno giocato Berkeley e Stanford, così come a Boston Harvard e il MIT»,  ha detto a Millionaire. «Per questo motivo abbiamo costituito qui lo Human Technopole, il più grande centro italiano di scienze della vita, che ha al suo interno 380 ricercatori, e a regime ne conterrà più di 1.000. Stiamo spostando a MIND le facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Milano (nel 2025 graviteranno qui circa 18 mila studenti). Lavoriamo anche per stabilire una presenza del Politecnico di Milano e dell’Università Bocconi». 

 

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Il secondo elemento fondamentale per favorire un ecosistema dell’innovazione sono le grandi imprese. «È il tasto dolente dell’Italia, dove le imprese di grandi dimensioni sono poche. Dovevamo trovare un modo per metterle insieme, per farle confluire in un grande progetto, e ci siamo riusciti». Ma un ecosistema che si rispetti non può fare a meno di un altro grande elemento: le startup. E la presenza di Vincentelli è stata fondamentale nel convincere SkyDeck, l’acceleratore dell’Università di Berkeley, a stabilire a Milano una sua sede.

«È il primo caso di presenza di un acceleratore americano in Europa», conferma Vincentelli. Un programma di accelerazione entusiasmante, che dura 6 mesi: il primo periodo a Berkeley, il secondo a Milano, con Cariplo Factory a fare da catalizzatore. Possono accedervi startup non solo italiane, ma anche europee. L’obiettivo è fare di MIND un grande centro internazionale di innovazione.

 

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