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Aziende imperfette alla ricerca del candidato perfetto (che non esiste)

Di
Silvia Vianello
21 Settembre 2021

Tutti a caccia del candidato perfetto. Ancora? Sembra la fiction del secolo scorso, eppure il tema puntualmente torna di moda. Ogni giorno ricevo offerte di lavoro dalle aziende da postare in un canale Telegram, dove gratuitamente le diffondo alla mia rete. Per dare più possibilità, a chi le vuole. E sono tanti che le vorrebbero! Peccato che spesso, leggendo le descrizioni che mi inviano le aziende, noto richieste inverosimili: “Tre lingue, master, 4 esperienze all’estero, meno di 25 anni, conoscenza di 10 software”. In cambio, spesso, offrono uno stage (fammi indovinare, non retribuito?). Niente di nuovo sotto il sole, mi pare di averla già sentita. Anche a voi? Ma dannazione, ma lo volete capire o no che il candidato perfetto non esiste?

Prima bastavano 2 giorni ed eri assunto, adesso, se tutto va bene, forse in 2 o 3 mesi.

Spesso aspetti a lungo per una risposta e poi ricevi comunque un “Tanti saluti, non abbiamo più budget”. Ah! Un incubo. E da un lato ci sono candidati che vivono attese snervanti, dall’altro le aziende che dicono di non trovare persone all’altezza. Ma all’altezza di che cosa, scusate? Dell’ego di chi li seleziona, forse. E allora scavi un po’, tra chi dice di non trovare candidati, e incalzi, finché si rende pubblica la cosa, finisce sui giornali e tempo zero c’è la fi la fuori in quelle aziende. Se proprio quell’azienda voleva fare marketing, ci sono anche idee migliori che finire sui giornali a lamentarsi che nessuno vuole lavorare. Nell’era digital? Il mio canale Telegram per esempio è gratis. Benvenuto 2021.

Il lavoro perfetto ammetterebbe forse pochissimi compromessi.

Zero reperibilità di sera e nei weekend, flessibilità lavorativa, avanzamento di carriera, stipendio equo, nessuna discriminazione, colleghi amichevoli e collaborativi, parità di genere, asilo nido per mamme lavoratrici, lavorare per obiettivi, bonus. E chissà quante altre cose ancora mancano a questa lista che, diciamocelo, nel 2021 dovrebbero essere la norma. Lo è in alcune parti del mondo (e in alcune aziende italiane). In altre invece…

Torniamo al candidato. Bisogna penare per avere un lavoro, da non riuscire a dormire, penare per il telefono che non suona, e non importa, vale la pena ogni sacrificio, pur di avere un lavoro. Ma senza limiti? Penare ancora prima di trovare un lavoro imperfetto? Perché questo è. Chiedetelo un po’ a chi è a spasso. Sudore è richiesto. E bocconi amari di email non risposte o chiamate mai ricevute. Sospiri. Ma mica per sopportare un lavoro imperfetto! Per trovarlo anche solo un lavoro.

Care aziende, i candidati migliori rifiutano le vostre offerte? Ne hanno già accettate di migliori altrove? O non si candidano proprio per la vostra azienda, perché la vostra reputazione vi precede? Sbrogliamola una volta per tutte. Facciamola semplice. Se no sembrano le storie shakespeariane di lontana memoria, di corteggiamenti e amori perfetti e imperfetti, mai riusciti o tormentati, che qua si trasformano solo in contratti di lavoro non firmati.

Le persone non sono perfette. E le aziende nemmeno. E siamo pari.

Poi questa storia del candidato perfetto che non si trova diventa in un batter di ciglia un non problema. Partiamo da qui. Ricominciamo a capirci. I candidati lo sanno che le aziende non sono perfette e gli va bene così, pur di lavorare. Sono disposti anche a fare quello che non sarebbe loro richiesto. Com’è che ancora molte aziende fanno finta di non saperlo? E se iniziassimo ad assumere esseri umani invece di cercare la perfezione di Dante Alighieri nella stesura di un cv? Perché aziende imperfette dovrebbero avere candidati perfetti?

Le persone sono umane. Sbagliano. Ridono. Piangono. Si emozionano. Imparano. Ricominciano. Fanno casino. Lo sistemano. Migliorano. Hanno paura di sbagliare. Hanno paura di non essere abbastanza. Sono imperfette e simpatiche nelle loro imperfezioni. Hanno sogni e ambizioni. Ascoltatele.

Formateli! Se non sono perfetti all’inizio, insegnate loro quello che manca. Lo diventeranno. Non perfetti in assoluto magari, ma perfetti per quello che serve e anche molto di più. Lasciatevi sorprendere dalla crescita che una persona, ben seguita, potrebbe avere.

Le posizioni aperte non dicono: “Il candidato perfetto lavorerà 16 ore al giorno per un capo narcisista, dittatore e prepotente e dovrà farlo senza sbuffare” eppure è questo quello che spesso lo aspetta. Lo offrite il lavoro perfetto? Sicuri? Non credo. E allora perché richiederlo dall’altra parte? Se fai passare le calende greche, da quando un ottimo candidato manda la sua disponibilità a lavorare con te, prima di chiamarlo, non ti stupire che poi sia già stato preso, mentre tu cercavi l’altro, il perfetto. Ah no scusa, il candidato ideale. Non barare.

Non esiste il candidato perfetto, ma lì fuori è pieno di ottimi candidati e, se uno di questi ti scrive, non lasciarlo andare altrove, magari a far crescere aziende straniere. Inizia ad assumere la bellezza degli esseri umani: qualificati, problematici, simpatici, emotivi, fragili, che sbagliano e sistemano. Assumi chi ha voglia di fare. Ne beneficerà molto l’intera l’azienda. Il mondo, lì fuori, di straordinari esseri umani che cercano lavoro è davvero pieno. Basta solo aprire gli occhi e dar loro un’opportunità, vera.

Tratto da Millionaire di giugno 2021. 

 

*LA NOSTRA ESPERTA Silvia Vianello è una delle 100 donne italiane più di successo nel mondo, secondo Forbes. Per il Congresso mondiale dell’educazione è una delle 50 migliori professoresse al mondo. Ex docente in Bocconi, a 30 anni aveva una società di consulenza e un programma televisivo su Sky. Poi è andata a Dubai. Ruolo: direttore marketing per Maserati. Eppure dopo un anno ha lasciato tutto per mettere la sua esperienza al servizio degli italiani che cercano lavoro. Oggi è coach. Ha fondato una academy per aiutare le persone a realizzarsi.
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