Dati alla mano, il Lazio è la seconda regione italiana per numero di nuove imprese e startup innovative registrate. E non c’è solo Roma, tutto il territorio brulica di iniziative imprenditoriali con alcune nicchie di eccellenza. Oltre gli stereotipi di un ecosistema che ruota intorno alla capitale, c’è una regione che produce innovazione in settori come quello farmaceutico, chimico, aerospaziale, energetico e molti altri. L’iniziativa privata e il mondo delle startup guidano questa evoluzione, ma anche la Regione Lazio, forte dei fondi messi a disposizione dal PNRR, ha dispiegato un importante pacchetto di strumenti e incentivi per promuovere impresa e lavoro.
Lazio Innova e l’ecosistema laziale delle startup
La Regione Lazio ha lavorato negli anni all’incremento del numero di operatori in grado di supportare lo sviluppo delle startup. L’ecosistema delle startup di Roma e della regione è cresciuto molto negli ultimi anni. Oggi, nella sola capitale ci sono 24 tra incubatori, acceleratori e startup studio, 6 scuole d’impresa, 12 FabLab, 5 centri di Technology Transfer, 50 Smart Work Centre e oltre 20 associazioni e istituzioni con programmi specifici per accompagnare giovani imprese innovative che contribuiscono a diffondere la cultura tecnologica. La presenza di università rinomate offre una base solida di conoscenze e competenze. Queste istituzioni accademiche fungono da centri di ricerca e sviluppo, creando una fitta rete di scambio di conoscenze tra accademici, ricercatori e imprenditori.
Attraverso lʼistituzione di incubatori e acceleratori, inoltre, la regione offre spazi di lavoro condivisi, mentorship, formazione e sostegno finanziario alle startup emergenti. Tutte iniziative che creano un ambiente favorevole in cui condividere idee, collaborare e ricevere il supporto necessario per far crescere le proprie aziende. E i numeri lo dimostrano. Ogni anno a Roma sono un centinaio le startup che partecipano a programmi d’incubazione o accelerazione, e la maggior parte di queste riceve finanziamenti che possono variare da 300 mila a 1 milione di euro.
Uno di questi operatori dell’ecosistema legato alle startup è LazioInnova, che supporta le imprese e la pubblica amministrazione locale nell’erogazione di incentivi, nel sostegno al credito e rilascio di garanzie, negli interventi nel capitale di rischio, nell’internazionalizzazione, nella promozione delle reti dʼimpresa e delle eccellenze regionali, nelle misure per lʼinclusione sociale. Startup Lazio! è uno strumento che punta a connettere in una grande rete tutti gli attori qualificati che sostengono le startup e il sistema innovativo regionale, insieme a quello produttivo e finanziario.
Non mancano però le potenzialità inespresse e la carenza di investimenti privati costringe molte nuove imprese ad andare via
«Roma è il maggiore polo di creazione tecnologica in Italia e il più grande polo universitario europeo», ribadisce Gianmarco Carnovale, presidente dell’Associazione Roma Startup. Nata come associazione senza scopo di lucro, Roma Startup favorisce il confronto e il coordinamento tra i membri dell’ecosistema dello startupping di Roma per portare la capitale a diventare l’hub italiano e mediterraneo per le nuove imprese più innovative. La Regione Lazio offre senza dubbio un accesso privilegiato a importanti centri di ricerca e tecnologia, come il Parco Tecnologico di Roma, che promuove la collaborazione tra aziende e istituzioni scientifiche.
La creazione di partnership tra università, centri di ricerca e imprese private per favorire la trasferibilità delle conoscenze e lʼinnovazione è un aspetto su cui si punta molto. Queste collaborazioni creano opportunità per le startup del Lazio di accedere a risorse e competenze specializzate, nonché di instaurare rapporti di collaborazione duraturi. «Quello che manca però è il capitale. Le idee imprenditoriali sono tante ma poi, non trovando il capitale per svilupparsi, i neo imprenditori preferiscono andare altrove», continua Carnovale. «Noi stiamo lavorando, insieme a tutto il sistema, affinché anche Roma sia in grado di attrarre capitali e venture capital». In questo, LazioInnova potrebbe fare la sua parte.
«Potrebbe operare sui fallimenti di mercato – aggiunge il presidente di Roma Startup – attraendo gestori professionali di capitali di rischio per completare la filiera dell’innovazione con gli investimenti di venture capital». Perché in realtà il capitale da investire nelle idee innovative ci sarebbe già, quello privato in primis. «L’ultima classifica delle città più ricche al mondo stilata da RankingRoyals – conclude Carnovale – mostra Roma al ventiduesimo posto nella classifica globale e al terzo in quella europea».
Affiancare fonti di finanziamento esterno come gli investimenti privati e i fondi di venture capital alle politiche governative, potrebbe essere quindi la strada per il successo, supportando la Regione Lazio nel diventare un importante polo per l’innovazione e lʼimprenditorialità, in grado di attirare talenti e investimenti da tutto il mondo. Un potenziale ancora inespresso per le imprese, quindi, ma anche nel mondo del lavoro ci sono numerose opportunità non sfruttate fino in fondo. Le migliaia di aziende di medie e grandi dimensioni con sede nella regione faticano infatti, come nel resto del Paese, a trovare addetti con le giuste specializzazioni. Il gap tra mercato del lavoro e della formazione, o semplicemente la difficoltà a comunicare tra le due realtà, è il campo d’azione di un altro strumento regionale oggetto di grandi investimenti: i centri per l’impiego.
Un supporto alle imprese anche per trovare addetti e formare nuove professionalità
«Quando andiamo a fare promozione nelle scuole, il numero degli studenti che conoscono i nostri servizi è ancora molto molto basso», osserva Marco Acciari che coordina il centro per l’impiego di Roma Testaccio. L’ultimo Rapporto Istat sul mercato del lavoro in Italia, relativo al primo trimestre del 2023, lancia però segnali incoraggianti. Nonostante infatti il canale predominante nella ricerca di lavoro rimanga il passaparola attraverso parenti, amici e conoscenti, la percentuale di chi si rivolge al centro pubblico per l’impiego è in crescita. Nel Lazio ci sono 36 centri per l’impiego, di cui 7 solo a Roma dislocati nei vari quartieri.
A confermarlo sono anche i dati forniti proprio dalla Regione Lazio: solo dal 1° febbraio ad oggi, le aziende che hanno fatto richiesta di preselezione di papabili candidati sono più di 1.100. Con 90 mila lavoratori che hanno iniziato una profilazione presso un centro per l’impiego laziale (CPI). Probabilmente merito anche del passaggio ai nuovi centri per l’impiego, che hanno mandato in pensione i vecchi uffici di collocamento insieme alle famose “liste di collocamento”, prediligendo una filosofia di ricerca del lavoro attiva da parte del lavoratore.
Favoriscono l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, promuovono interventi di politica attiva del lavoro e si rivolgono a disoccupati, occupati in cerca di nuova occupazione e cittadini con il reddito di cittadinanza. Una volta entrato in un CPI, l’aspirante lavoratore viene accompagnato partendo dalla profilazione, il primo passo verso l’inserimento nel programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori). Una volta “capito chi sei e individuate le tue capacità”, si procede all’incrocio con le vacancy presenti nel database, un “matching” mirato tra domanda e offerta. L’obiettivo è fornire informazioni complete e aggiornate, creare un’efficace rete di relazioni e favorire nuove opportunità di occupazione.
«Quella che chiamiamo profilazione è una vera e propria intervista – continua Acciari – in cui vengono rivolte al candidato diverse domande, anche personali, che possano aiutare a inquadrarlo al meglio e indirizzarlo per il percorso più idoneo». Qualora l’aspirante lavoratore non abbia le “carte in regola” per procedere subito a una selezione, non c’è problema. In quel caso infatti il programma prevede la qualificazione o riqualificazione professionale dei lavoratori con l’accesso, gratuito, a corsi gestiti da enti accreditati alla Regione Lazio. A coordinare i CPI ci pensa Spazio Lavoro, l’agenzia regionale dedicata ai servizi per il lavoro e alla formazione.
Spazio Lavoro si propone come punto di riferimento capace di aggregare numerosi soggetti, sia pubblici che privati, attraverso il dialogo aperto con cittadini, imprese, operatori del settore ed enti. Ma che tipo di imprese utilizzano i centri per promuovere le loro offerte di lavoro? «Le aziende che si rivolgono a noi per la ricerca di papabili candidati appartengono a diversi settori. Si tratta di aziende stagionali, che offrono un lavoro mirato in un determinato periodo di tempo o aziende “storiche” che, una volta conosciuto questo servizio, non lo lasciano più», aggiunge Acciari.
I programmi speciali, opportunità professionali all’estero e attrattività per il rientro
All’interno dei servizi offerti per il collocamento, è possibile trovare anche programmi specifici per favorire l’inclusione lavorativa delle persone diversamente abili. Non mancano infine le opportunità per i giovani che vogliono fare un’esperienza all’estero o fuori dalla Regione Lazio. Diversi sono i programmi e le iniziative di mobilità, anche internazionale, che permettono di acquisire esperienze lavorative internazionali, sviluppare competenze linguistiche e culturali e ampliare le proprie prospettive professionali.
E per chi ne usufruisce sono previsti degli incentivi. Si tratta di una serie di benefit che vanno a coprire le spese sostenute dai candidati per i colloqui di lavoro, per il viaggio di trasferimento, per la formazione linguistica, per il riconoscimento di qualifiche e diplomi. Le PMI che aderiscono, invece, hanno la possibilità di accedere a un sostegno finanziario per realizzare programmi di integrazione a favore dei neo-assunti. L’idea però è quella di sostenere l’occupazione nel Lazio. E per farlo è stato ideato un programma ad hoc. Si tratta del bando “Torno Subito”, un’opportunità unica di formazione e lavoro in Italia e all’estero. Il bando “Torno Subito” ha l’obiettivo di far “tornare” i giovani nel Lazio dopo la prima esperienza fuori dalla regione.
Il tirocinio, che avviene nella fase successiva, infatti, viene svolto presso aziende o organizzazioni del settore privato, profit e no profit, presenti nel territorio. I risultati ottenuti finora sono ottimi: sono più di 8.000 i progetti realizzati in diversi campi fra cui cinema, audiovisivo, spettacolo e musica, beni culturali e turismo, enogastronomia, sport e qualità della vita. E tantissime anche le storie di successo di startup che si sono sviluppate proprio grazie a questo progetto. Un vero e proprio incentivo all’imprenditorialità giovanile che offre opportunità non solo agli studenti universitari o ai laureati, ma apre le porte anche ai diplomati ITS con competenze specifiche molto richieste dal mondo del lavoro.
Articolo pubblicato su Millionaire luglio/agosto 2023.