Le principali banche di Wall Street hanno venduto 5,5 miliardi di dollari di prestiti legati all’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, in un’operazione che segna un’importante svolta in uno dei più complessi finanziamenti per fusioni e acquisizioni degli ultimi anni.
I prestiti, originariamente concessi a Musk per finanziare l’acquisto da 44 miliardi di dollari di Twitter nel 2022, sono stati ceduti agli investitori con uno sconto minimo, al 97% del loro valore nominale, un segnale di crescente fiducia nel futuro finanziario della piattaforma, ora rinominata X.
Il finanziamento dell’acquisizione di Twitter
Quando Musk annunciò l’acquisto di Twitter nell’aprile 2022, il finanziamento dell’operazione si basava su una combinazione di debito e capitale proprio. Circa 13 miliardi di dollari furono garantiti da un pool di banche di Wall Street, tra cui Morgan Stanley, Bank of America, Barclays, BNP Paribas, Mizuho e Société Générale. Il resto fu coperto da Musk stesso e da alcuni investitori privati, tra cui Larry Ellison, Sequoia Capital e Binance.
Tuttavia, dopo che Musk prese il controllo della piattaforma nell’ottobre 2022, il valore di Twitter/X subì un drastico calo a causa della fuga di inserzionisti e delle incertezze sulla gestione. Questo ha reso il debito acquisito dalle banche un asset difficile da vendere, con offerte che arrivavano a soli 60 centesimi per dollaro nel 2023.
L’operazione di vendita del debito
La vendita da 5,5 miliardi di dollari di prestiti è stata realizzata in due tranche: una prima tranche da circa 1 miliardo di dollari è stata collocata agli inizi del 2024, mentre il blocco principale è stato ceduto in questa seconda operazione. Il fatto che il debito sia stato venduto con uno sconto relativamente basso dimostra che gli investitori sono più fiduciosi nella capacità di X di ripagare i suoi obblighi finanziari.
Un elemento che ha contribuito a migliorare l’appetibilità del debito è stato il ‘miglioramento’ delle relazioni di Musk con il governo statunitense. Inoltre, il crescente interesse per le iniziative legate all’intelligenza artificiale di Musk, tra cui xAI, valutata 50 miliardi di dollari, ha alimentato l’ottimismo sul valore a lungo termine delle sue attività.
La posizione finanziaria di Elon Musk
Nonostante il controllo su aziende di enorme valore come Tesla, SpaceX e Neuralink, la capacità di liquidità immediata di Elon Musk è spesso oggetto di discussione. Gran parte della sua ricchezza è legata alle azioni delle sue società, rendendolo estremamente ricco sulla carta ma con disponibilità di liquidità limitata.
Nel caso dell’acquisto di Twitter, Musk ha dovuto vendere azioni Tesla per raccogliere parte del capitale, il che ha contribuito a un calo del valore del titolo. Oggi Musk è l’uomo più ricco del mondo (almeno così si stima), ma la sua liquidità reale è limitata rispetto al valore complessivo delle sue aziende.
La vendita del debito di X rappresenta quindi un sollievo per le banche coinvolte, che hanno evitato perdite più gravi rispetto a quanto previsto nel 2023. Tuttavia, resta da vedere se la trasformazione di Twitter in X riuscirà a generare i profitti necessari per giustificare l’enorme investimento fatto da Musk.
Essere l’uomo più ricco del mondo è una posizione altamente variabile, spesso legata al valore delle partecipazioni azionarie piuttosto che alla liquidità disponibile.
Ad esempio, nel 2024, Tesla ha registrato una diminuzione delle vendite del 1,1%, consegnando 1,79 milioni di veicoli rispetto agli 1,81 milioni dell’anno precedente. Questo rappresenta il primo calo annuale delle vendite per l’azienda in oltre un decennio. In Europa, la situazione è stata particolarmente critica: a gennaio 2025, le vendite di Tesla in Germania sono diminuite del 59%, mentre in Francia il calo è stato del 63%.
Queste fluttuazioni influenzano direttamente la valutazione patrimoniale di Elon Musk, evidenziando come la sua ricchezza sia strettamente legata alle performance delle sue aziende.
Inoltre, molte delle imprese di Musk, come SpaceX, dipendono in larga misura da contratti governativi. Ad esempio, nel 2024, SpaceX ha ottenuto due importanti contratti dalla Space Systems Command della U.S. Space Force, del valore complessivo di 733,6 milioni di dollari, nell’ambito del programma National Security Space Launch (NSSL) Phase 3 Lane 1. E per il futuro Trump si è già impegnato in modo concreto.
Questa dipendenza da commesse statali sottolinea ulteriormente come la stabilità finanziaria delle sue aziende sia legata a fattori esterni e decisioni governative, piuttosto che a una solida disponibilità di liquidità personale (che sicuramente non sarà poca, ma sempre meno di quanto si faccia credere).
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