Le categorie dei professionisti che in Italia pagano più tasse

Le categorie dei professionisti che in Italia pagano più tasse

Di
Ilena Ilardo
26 Luglio 2023

La propensione a non pagare l’Irpef (l’Imposta sul reddito delle persone fisiche) per il lavoro autonomo e d’impresa pare sia mastodontica. Ben il 68,3 per cento di questi professionisti non paga le tasse, per un totale stimato di 32 miliardi di euro l’anno (2019).

Si tratta di dati emersi dal Rapporto annuale sull’evasione fiscale firmato da Giorgia Meloni e dal Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. La meccanica del fenomeno è difficile da seguire. Solitamente i dati relativi a ‘quanto guadagna chi’, per motivazioni di privacy, sono blindati.

Ma recentemente Dataroom è riuscito a ottenere in piena trasparenza i redditi medi dichiarati dalle categorie di professionisti più comuni. A Milano, ad esempio, avvocati (€112.040), tassisti (€20.107), ristoratori (€20.268), elettricisti (€32.521), commercialisti (€111.186) guadagno mediamente in un anno molto in più che a Napoli (2019). Incrociando questi dati con le dichiarazioni dei redditi Irpef di tutta la popolazione è possibile capire chi paga le tasse in Italia – e quanto.

 

Le tasse versate dagli italiani

Sono 31,3 milioni gli italiani che nel 2021 hanno pagato almeno un euro di tasse. In totale hanno versato 156,9 miliardi di euro, secondo i dati Irpef aggiornati a maggio 2023. Di questa cifra, la metà (€78,6 miliardi) sono stati pagati dai dipendenti. I pensionati, che sono 10,7 milioni, hanno pagato €50 miliardi. Poi 1,6 milioni di lavoratori autonomi hanno pagato €23,3 miliardi, e 1,5 milioni di altri professionisti hanno pagato cinque miliardi di euro. Guardando le percentuali, emerge una singolarità per i lavoratori autonomi. Nonostante rappresentino il cinque per cento delle teste paganti, contribuiscono al 15 per cento della cifra totale.

 

I dati dei lavoratori autonomi nel dettaglio

Altri dati relativi agli 1,6 milioni di lavoratori autonomi rapportati ai €23,3 miliardi versati dall’intera categoria. Tra questi, l’11 per cento, che guadagna oltre €100.000, contribuisce più della metà (53 per cento) del totale di tasse pagate dai lavoratori autonomi. Mentre chi tra loro guadagna meno di €35.000 ha contribuito al 12 per cento. Per la legge chi guadagna di più deve anche pagare più tasse.

La differenza tra il numero di contribuenti e la somma versata in tutte le fasce lascia presupporre che ci sia una fetta di reddito sul quale non sono state pagate imposte. Nella categoria under 35.000 figurano professionisti con Partita Iva, imprenditori e soggetti che partecipano a società. La maggior parte (91 per cento) sono artigiani e commercianti: tassisti, idraulici, elettricisti, baristi, ristoratori.

 

Dichiarazione dei redditi e versamenti degli autonomi

Sono 10,5 milioni i professionisti che fanno la dichiarazione dei redditi ma non devono versare nulla, grazie a deduzioni e detrazioni. Inoltre, circa 2,1 milioni di autonomi con regime forfettario non pagano l’Irpef, ma solo una flat tax al 15 per cento. Esistono poi delle categorie che per legge, dal 2017, sono esentate dal pagamento dell’Irpef. Si tratta di imprenditori agricoli, viticoltori, allevatori e pescatori, ma non le società per azioni.

La misura era stata inizialmente prevista per affrontare un momento di crisi del settore, e poi prorogata fino al 2023 con la Legge di Bilancio. La conclusione dei dati incrociati con Dataroom è che oggi circa l’85 per cento dell’Irpef è pagato da dipendenti e pensionati. È importante non generalizzare per la categoria degli autonomi, ma è probabile che non tutti stiano pagando le tasse in base alla loro reale capacità contributiva.

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