L'impiego di lavoratori minorenni per etichettare e moderare i dati utilizzati nell'addestramento degli algoritmi AI

L’impiego di lavoratori minorenni per etichettare e moderare i dati utilizzati nell’addestramento degli algoritmi AI

Di
Redazione Millionaire
6 Dicembre 2023

Il recente sviluppo nel settore dell’intelligenza artificiale (AI) ha rivelato una pratica allarmante, come raccontato in un report interessante di Wired UK: l’impiego di lavoratori minorenni per etichettare e moderare i dati utilizzati nell’addestramento degli algoritmi AI. Questa pratica, diffusa in paesi come il Pakistan e il Kenya, espone giovani a contenuti spesso inappropriati e traumatici, sollevando questioni di etica, legalità e salute mentale. Se pensavamo che l’avanzamento tecnologico potesse dipingere un futuro diverso e migliore per i minorenni dei paesi emergenti, gli stessi che continuano a produrre le nostre scarpe griffate o palloni da calcio negli scantinati, beh … ci sbagliavamo.

Hassan, un adolescente di 15 anni del Punjab in Pakistan, rappresenta un tipico esempio di questi lavoratori minorili. Durante la pandemia di Covid-19, si è ritrovato a lavorare dalla sua camera da letto, etichettando dati per alcune delle più grandi aziende di AI del mondo. Questo compito, sebbene sembri semplice, spesso includeva la moderazione di contenuti sensibili, come immagini violente o discorsi d’odio. L’addestramento degli algoritmi di apprendimento automatico richiede dati etichettati da umani. Questi dati possono variare da compiti semplici, come identificare lampade stradali in immagini, a compiti più complessi come la moderazione di contenuti che includono violenza, discorsi d’odio o immagini per adulti. Questi lavori di etichettatura sono spesso affidati a lavoratori gig tramite piattaforme di crowdsourcing come Toloka, Appen e altri.

Le piattaforme richiedono che i lavoratori siano maggiorenni, ma molti minori, come Hassan, aggirano queste restrizioni usando dettagli di parenti adulti. Questo li espone a contenuti potenzialmente dannosi e traumatici, una realtà sottolineata da Hassan e altri lavoratori intervistati che hanno condiviso esperienze simili. Molti di questi giovani si rivolgono a questo tipo di lavoro per necessità economica. In Pakistan, un’ora di lavoro su queste piattaforme può garantire un reddito maggiore rispetto al salario minimo nazionale. Tuttavia, la natura del lavoro e i bassi pagamenti hanno portato alcuni a descriverlo come “schiavitù digitale”.

Oltre alle questioni legali dell’impiego di minori, ci sono preoccupazioni significative riguardo all’impatto di questo lavoro sulla salute mentale dei giovani. L’esposizione a contenuti traumatici, in particolare nella moderazione dei contenuti, può avere effetti duraturi sulla salute mentale. Alcune piattaforme, come Toloka e Appen, hanno dichiarato di effettuare controlli sull’identità dei loro utenti, ma le indagini hanno rivelato che questi controlli sono spesso inefficaci. La mancanza di supervisione e la distanza fisica tra lavoratori e aziende tecnologiche contribuiscono a rendere invisibili questi lavoratori minorili, esposti a un insieme di regole diverse o addirittura assenti.

La rivelazione dell’uso del lavoro minorile nell’industria AI solleva domande urgenti su come le aziende tecnologiche e le piattaforme di crowdsourcing possano agire responsabilmente. Mentre l’industria dell’AI continua a crescere, è fondamentale affrontare queste questioni etiche e legali per garantire che i progressi tecnologici non si basino sullo sfruttamento di alcuni dei membri più vulnerabili della società.

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