L’IMPRENDITORE BRANCA INSEGNA YOGA AI SUOI DIPENDENTI

Di
Tiziana Tripepi
18 Maggio 2016

Niccolò Branca, amministratore delegato della storica azienda italiana produttrice del Fernet Branca, lancia un programma annuale di Yoga Coaching destinato ai suoi dipendenti.

 

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L’impresa come organismo vivente, la meditazione per aiutare l’imprenditore a prendere le decisioni, l’abitudine al cambiamento per superare le crisi aziendali. Se credete che questa sia solo teoria, vi sbagliate di grosso. Niccolò Branca, 58 anni, presidente e amministratore delegato della Fratelli Branca International dal 1999, erede della famiglia che da più di 170 anni produce ed esporta in tutto il mondo il famoso Fernet e tanti altri distillati, dimostra che si tratta di concetti pratici che aiutano a gestire un’azienda con successo.

Lei ha trasformato la sua azienda in un “organismo vivente”. Che significa?

«Significa vedere l’azienda non come qualcosa di meccanico, che produce solo un determinato prodotto o un utile, ma come un insieme di tante persone e anime che cooperano per un bene comune più ampio, che investe tutta la collettività. Se un’impresa va bene, fa soldi e paga le tasse, dà lavoro ai fornitori e ai dipendenti. In questo tipo di azienda si persegue un ritorno economico, che è fondamentale, ma in funzione di un bene collettivo a 360 gradi, che rispetta le persone e l’ambiente».

Come ha realizzato questo progetto?

«Ho inserito un codice etico. All’interno della società non devono esserci discriminazioni di sesso o religione, ed è premiata la creatività e la professionalità delle persone, che non sono viste come dei mezzi ma come dei fini. E ho messo in pratica una circolarizzazione delle informazioni: tutte le persone che lavorano da noi devono sapere dove si sta andando, quali sono gli obiettivi aziendali. L’impresa va organizzata non in senso verticistico ma come una rete: con un cuore che pulsa, che è quello dell’imprenditore, e tanti cuori intorno che sono quelli dei direttori delle varie divisioni, che trasmettono informazioni a chi lavora con loro».

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Lei è entrato in azienda giovanissimo, poi l’ha lasciata per 10 anni. Perché?

«Non capivo se le mie idee erano quelle giuste. Se le persone mi dicevano di sì, temevo lo facessero perché ero il figlio del proprietario. Se mi dicevano di no, pensavo: “non sono credibile”. Avevo bisogno di capire chi ero, quali energie mi muovevano. Ho iniziato a praticare la meditazione, trascorrevo dei periodi a Bali. Ma non ho mai smesso di lavorare».

Perché ha deciso di rientrare?

«In quei dieci anni ho scoperto che dentro di me c’era creatività, e un senso imprenditoriale. Mi piaceva costruire. Così, quando nel 1998 si è aperta una finestra per occuparmi della Branca Destilerias in Argentina, ho pensato: “Forse è il momento di mettere in pratica nella mia impresa il percorso che è avvenuto dentro di me”».

 

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La meditazione aiuta il manager?

«La meditazione aiuta a creare nella nostra mente uno spazio che nella vita di tutti i giorni è occupato da continui pensieri ed emozioni, come una radiolina che ogni mattina accendiamo nella nostra testa. Agiamo in maniera automatica, condizionata. Non abbiamo una presenza di quello che facciamo. La mente ha preso il sopravvento su di noi. La mia meditazione è laica, significa essere presenti, scoprire la centralità di se stessi. Si dice infatti “il padrone è tornato a casa”. Grazie ad essa, si acquisisce la consapevolezza, cioè si riesce a vedere la realtà dei fatti. E si riesce a passare dalla reazione all’azione».

Quali consigli si sente di dare a chi fa impresa?

«Non mi sento di dare consigli, perché ognuno ha la sua storia. Posso solo trasmettere quello che ho fatto io. Sono stato aperto al nuovo che si palesava. Sono stato attento a quello che la vita mi dava ogni giorno, ascoltando le persone che avevo intorno, anche quelle che incontravo per caso al bar. Non mi sono mai lasciato incupire dalle situazioni, ma ho cercato di fare in modo che fossero di stimolo per fare cose nuove. Dal 2001 abbiamo dato un forte impulso ai mercati internazionali: Cina, India, Nord Europa, Germania, Stati Uniti… Sono stati proprio questi mercati che nel 2008, anno della crisi economica e finanziaria, hanno permesso di salvarci».

Info: www.branca.it

Nel 1945 lo speziale Bernardino Branca crea una miscela di 27 erbe e spezie provenienti da tutto il mondo, con proprietà
medicamentose e digestive. Si chiamerà Fernet-Branca e fino al 1960 sarà venduto in farmacia. Oggi è un prodotto esportato in tutto il mondo. La Fratelli Branca Distillerie, il cui motto è “novare serbando” (innovare mantenendo le tradizioni), ha un fatturato per il 60% generato dall’export, esporta in 165 Paesi e investe il 75% degli utili in innovazione, ricerca e personale. Dal 1945 ha sempre chiuso il bilancio in attivo.

 

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