impresa toschi

L’impresa di fare impresa

Di
Giampaolo Colletti
16 Maggio 2022

Tre storie italiane che raccontano quel modello vincente che coinvolge l’intera comunità.

“Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi” (Pablo Neruda)

Vi racconto questa storia partendo da una meravigliosa poesia di Pablo Neruda. Ma se quella primavera, peraltro appena arrivata, durasse tutto l’anno? E se si riuscisse a racchiudere nella sua essenza, addirittura sotto spirito, anche per i mesi invernali? È quanto sono riusciti a fare in Toschi, azienda d’eccellenza arrivata alla terza generazione. Un’icona italiana, conosciuta ovunque per la lavorazione della frutta e nota nel mondo per l’amarena Toschi, la ciliegia e la frutta sotto spirito, ma anche per sciroppi e liquori tipici del territorio emiliano, come il nocino e i liquori dolci.

Cuore emiliano e mercato mondiale per questa realtà che fattura 23 milioni di euro all’anno e dà lavoro a 90 persone. Headquarter e produzione sono a Savignano sul Panaro (MO), ma ci sono anche due filiali all’estero, tra Stati Uniti e Inghilterra.

«Abbiamo un legame indissolubile con il nostro territorio. Oltre alle ciliegie facciamo il nocino, prodotto tipico di Modena. Poi ci sono le amarene, sorelle delle ciliegie. E ancora, le fragole che vengono dall’Appennino Tosco-Emiliano. Lavoriamo la frutta del territorio» mi ha raccontato Massimo Toschi, presidente di Toschi Vignola.

Tutto nasce nel 1945, nell’anno spartiacque tra la guerra e la sua fine, in quella che in fondo si potrebbe definire un’altra primavera dell’anima. Per Toschi il momento più appagante è stata la ripresa dell’azienda, ceduta nel 1986 e ricomprata nel 1993.

“Sentire l’urgenza irresistibile di ricominciare da capo la vita” (Gabriel García Márquez)

Così scriveva Gabriel García Márquez nel capolavoro L’amore ai tempi del colera. Così è stato anche per un’artigiana che ha lasciato il posto fisso e ha ripensato la propria vita nel segno delle creazioni artistiche. Un cambio radicale compiuto dopo i 40 anni. Siamo a Givoletto, 4.000 anime in quelle colline del torinese che diventano pian piano montagna. Qui c’è la bottega di Simona Bandiera.

«Sono riuscita a ottenere finanziamenti europei con tassi agevolati e un pezzettino per volta ho comprato attrezzature utili per il mio nuovo lavoro: si va dagli strumenti di taglio con lame e presse fino ai compressori. Ho creato una piccola ma completa officina artigianale artistica» mi ha raccontato Simona, che ha aperto Lovedoormat. Oggi questa designer è specializzata in complementi di arredo personalizzati fatti a mano per case e aziende.

“La grande colpa dell’uomo non sono le sue cadute, ma che può ricominciare in ogni momento e spesso non lo fa” (Martin Buber)

La ripartenza segna anche la vita di Luca Perilli, 42enne avezzanese di nascita, un percorso come orafo dopo l’accademia d’arte. «Mi occupavo di creazioni orafe. Poi, anche a causa delle difficoltà del commercio tradizionale, con un mio amico e mia moglie abbiamo deciso di scommettere su questa impresa». Nasce così Broozy, realtà che si occupa di vendita online di prodotti tipici abruzzesi raccolti in una scatola.

Broozy ha aggregato una filiera composta da una quindicina di aziende per una clientela europea. La scatola è realizzata con materiale riciclabile e una parte della vendita è destinata a un’associazione che ogni giorno lavora per salvaguardare l’habitat dell’orso marsicano.

Tratto da Millionaire di aprile 2022. 

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