intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale deve farci paura?

Di
Salvatore Sanfilippo
10 Febbraio 2023

“Mentre ci chiediamo se c’è un pericolo per l’umanità, i sistemi produttivi trovano nell’AI una schiera infinita di lavoratori stupidi ma instancabili”. Riflessioni del creatore di Redis, database open source utilizzato anche da colossi del Web.

 

L’intelligenza artificiale, negli ultimi anni, ha fatto dei progressi ritenuti inarrivabili anche dagli addetti ai lavori. Può sembrare bizzarro che chi si occupa di una disciplina non abbia una prospettiva su ciò che accadrà. Neppure di breve termine. Ma la AI (Artificial Intelligence) è prodotta dagli esseri umani senza essere compresa appieno. Sono passati tre anni da quando ho ultimato il primo scartafaccio del mio romanzo di fantascienza. Non avrei immaginato che certe suggestioni impresse tra le pagine di Wohpe (Laurana) sarebbero finite per assomigliare sempre di più alla realtà.

 

Il “prodigio” delle reti neurali

Le reti neurali sono simulazioni matematiche di strati di neuroni interconnessi. A loro sono mostrate, una dopo l’altra, delle domande e delle risposte. Non necessariamente in forma testuale, anche immagini, suoni e qualsiasi informazione resa come una sequenza di numeri. Poi si aggiunge l’ingrediente magico: l’algoritmo Gradient Descent. Ogni volta che la rete neurale ipotizza una risposta, è calcolato l’errore di tale risposta e i pesi che compongono la sua trama aggiustati un pizzico alla volta, verso un errore inferiore.

 

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Ripetendo questo ottuso processo milioni di volte accade il prodigio. Reti neurali che partendo da una descrizione generano immagini che sembrano il prodotto di ore di lavoro di un illustratore. Chatbot cui è possibile chiedere qualsiasi cosa, capaci di produrre risposte di una precisione disarmante, data la velocità. Sistemi di traduzione automatica che finiranno per rendere obsoleti i traduttori umani (Meta ha appena rilasciato una rete neurale capace di tradurre tra quattrocento lingue diverse).

 

Interrogativi e timori

Tutto ciò non produce solo entusiasmi. Uno strumento che compete con gli esseri umani fa paura a molti. E poi c’è la questione della proprietà intellettuale. Quando Dall-E (un algoritmo di AI) immagina un dipinto di Caravaggio, si ispira o si appropria di qualcosa che non gli appartiene? Tanti si dicono insoddisfatti dei risultati. Ma in questa fase la AI non ha lo scopo di superare l’uomo, piuttosto quello di automatizzare processi tediosi. Da oggi i sistemi produttivi hanno una schiera infinita di lavoratori stupidi ma instancabili, a costo quasi nullo. Chi comprende come usare una tale forza, vincerà le sfide del futuro.

 

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