In quasi 42 anni di servizio al Comune di Spotorno non si è mai assentata per malattia. Si è presentata in ufficio anche con la febbre alta pur di rispettare le scadenze, non delegare e avere la soddisfazione di fare il proprio dovere.
Lei è Tina Marotti (foto © Il Secolo XIX), 60 anni, originaria di Benevento. Il 10 giugno è stato il suo ultimo giorno di lavoro. Ora recupererà il mese e mezzo di ferie arretrate, prima di andare ufficialmente in pensione ad agosto.
La sua storia, in netto contrasto con quella dei “furbetti del cartellino” di Sanremo, è finita sulla stampa nazionale: «Mi è sempre piaciuto andare a lavorare, i cittadini ci pagano e noi dobbiamo essere a loro disposizione», ha dichiarato la donna al Corriere della Sera.
Tina Marotti si è traferita in provincia di Savona nel 1970. Si è diplomata e ha iniziato a lavorare al Comune come bibliotecaria. Negli anni è passata agli uffici amministrativi, dall’anagrafe alla ragioneria, per poi finire la carriera agli Affari Generali.
In 41 anni e 10 mesi di servizio si è assentata solo per il congedo di maternità, ben 33 anni fa. Si è sempre recata al lavoro, anche con la febbre a 40, per il forte senso del dovere e perché ama stare in mezzo alla gente e aiutare i cittadini.
«Mio figlio mi diceva che nessuno mi avrebbe mai dato una medaglia», ha raccontato Tina al Secolo XIX. «Vero, ma vuole mettere la soddisfazione di fare il proprio dovere? I cittadini hanno il diritto di essere accolti al meglio e di non vagare tra gli uffici comunali senza sapere dove sbrigare le pratiche. Io sono sempre stata al loro servizio, perché così deve essere».