manager a tempo

Manager in prestito

Di
Ludovica Malinverni
15 Marzo 2023

È una soluzione per Pmi e startup che ne hanno bisogno per crescere ma non se lo possono permettere. È un’occasione di lavoro più libero per dirigenti “imprenditoriali” e flessibili.

 

Il mondo che cambia, fra crisi e pandemia, ha ridotto i budget destinati alle figure dirigenziali. E i manager vivono da protagonisti il fenomeno della great resignation, il grande aumento del numero di dimissioni. Ancora: Pmi e startup per competere e crescere hanno bisogno di professionisti di livello, che però spesso non si possono permettere. E molti professionisti hanno fame di varietà, libertà, flessibilità. Ad abilitare il cambiamento di paradigma sono oggi la tecnologia e il conseguente smartworking. La situazione italiana, poi, ha una sua specificità. La maggior parte delle imprese sono piccole e medie con meno di 250 dipendenti. Non solo, il 28% ne ha meno di dieci, con una media di 3,8 addetti. Altra caratteristica importante è il peso delle aziende familiari, che rappresentano il 65% del totale, ma che solo nel 30% dei casi superano il terzo passaggio generazionale. Un’altra realtà in molti casi in sofferenza è rappresentata dalle startup. A livello europeo, una recente indagine di Stryber colloca il tasso di fallimento intorno a un allarmante 89%.

 

Temporary management

Per fare la differenza anche – e soprattutto – in realtà piccole, servirebbero manager bravi. Ma i manager bravi costano. E allora, che fare? La buona notizia è che esiste un’alternativa al fatto di rinunciarvi o di affidare il ruolo a personale privo di esperienze e competenze, solo perché ha un costo abbordabile. Il punto di incontro che accontenta tutti è la variabile tempo. Una prima soluzione è rappresentata dal temporary management. Questa pratica fa arrivare in azienda, per un periodo limitato nel tempo, dei manager in grado di riorganizzare le procedure, portare a termine singoli progetti e formare (nonché far crescere) il personale interno. In base a un’indagine di Inima, network internazionale che raggruppa le associazioni di temporary management in Europa, il 60% degli interim manager italiani lavora in Pmi con meno di 100 addetti e oltre il 40% è part-time.

 

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Fractional management

Spesso l’orizzonte temporale offerto dalla collaborazione di un temporary manager non basta all’azienda per fare il grande salto. Del resto in certe situazioni anche una collaborazione part-time può risultare insufficiente. Così come, in generale, un semplice contratto di consulenza. Una valida alternativa è rappresentata dal fractional manager. In pratica, si tratta di un professionista che fraziona il suo orario lavorativo, collaborando con più imprese. Il tempo dedicato a ogni azienda varia ed è direttamente proporzionale alle sue dimensioni. 

 

In genere, il fractional manager collabora con due-quattro realtà diverse, a cui dedica uno-due giorni lavorativi a settimana. Rispetto a un consulente esterno, è in grado di assumere più compiti operativi e interagire in maniera più stretta con lo staff. Rispetto a un temporary manager, non lega il suo apporto a un progetto limitato nel tempo, ma rimane più a lungo, offrendo una maggiore continuità. Questa nuova professionalità è spendibile (e molto richiesta) in diversi ambiti. È cruciale nella finanza, funzione sempre più strategica. È importante in ambito risorse umane, reso ancora più critico dalla pandemia. È più che mai necessario in ambito marketing e digital marketing. Una ricerca di Marketing Arena ha evidenziato come solo il 56% delle aziende B2B affida la gestione del marketing a persone competenti. Infine, è cruciale anche per la funzione commerciale. In questo caso, il fractional palesa alcune criticità: è più difficile che uno stesso manager possa risultare determinante in settori e con prodotti troppo diversi. In generale, per essere un bravo fractional manager non bastano studi, esperienze e competenza. 

 

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Oggi sono fondamentali le soft skill, fra cui: empatia, capacità di lavorare in gruppo, risolvere i problemi, motivare i collaboratori… 

Il fractional manager è un libero professionista, di solito titolare di partita Iva, che collabora con le aziende in veste di consulente esterno. Questo lo rende più appetibile per i datori di lavoro, che versano compensi più leggeri e gestiscono rapporti più snelli. Questo richiede al professionista un maggior spirito imprenditoriale e la capacità di gestirsi in autonomia e con grande flessibilità. È evidente che di frequente non è possibile confinare il lavoro nella frazione di tempo contrattualmente assegnato alla singola azienda, perciò al manager è richiesto di lavorare in multitasking e con grande elasticità oraria, in funzione dell’urgenza e dell’importanza dei compiti di sua competenza.

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