L’hanno minacciata. Un lenzuolo sotto casa con una scritta infamante. È quello che è successo a Benedetta Arese Lucini, 31enne, manager di Uber, la multinazionale americana che offre un servizio di auto a noleggio con conducente prenotabile con un’App, presente in 53 Paesi.
(“Benedetta Arese Lucini p… Riceve in…. Per Maran è gratis“… la scritta su un lenzuolo appeso a dei fili elettrici a 15 metri di altezza. I riferimenti chiari alla Regional General Manager di Uber, e all’Assessore del Comune di Milano.
In molti paesi l’arrivo di Uber ha prodotto proteste, discussioni e negoziati. Ma un fatto del genere è accaduto soltanto in Italia. Benedetta è solo una donna, che come tante fa il suo lavoro.
Tempo fa l’abbiamo intervistata. Ci ha raccontato con passione, entusiasmo di Uber e di come lei stesse proponendola nel nostro Paese. Riportiamo qualche estratto dell’intervista, pubblicata nel giugno 2013, in occasione dell’uscita del secondo libro sulla Silicon Valley allegato a Millionaire…
Come funziona?
«L’utente carica l’App sul suo smartphone (oggi su iPhone, Android e Blackberry), inserisce i propri dati e quelli della carta di credito e quando si collega può visualizzare le auto più vicine a lui. Può chiamare l’autista o inviargli un sms, conoscere il preventivo della corsa e la posizione dell’auto in ogni momento. Quando arriverà a destinazione, il pagamento sarà addebitato sulla sua carta di credito e riceverà una ricevuta via email del viaggio. Dalla parte dell’autista, chi accetta di lavorare con Uber riceve uno smartphone con l’App già caricata. Non è obbligato a collegarsi semprere ma solo quando vuole, magari nei momenti in cui non ha lavoro». Il costo delle corse? Il 20% in più di quelle di un taxi. Le tariffe sono calcolate a livello centrale, in base al mercato delle varie città. La maggior parte dell’incasso va all’autista, Uber trattiene una piccola percentuale».
Perché hai scelto Uber?
«È una startup che cresce in maniera esponenziale. È presente in 53 Paesi. In ognuno è creata una struttura locale con tre persone: un general manager, un community manager e un operation manager».
Come vi proponete nei diversi Paesi?
«Scriviamo un’email ai sindaci della città per raccontare quello che stiamo facendo. Spieghiamo che la nostra tecnologia sta migliorando il modo di vivere delle persone. Poi chiediamo ai nostri utenti di spiegare su un’email perché sono contenti del nostro servizio».
INFO: https://www.uber.com/
Redazione