Addio solita routine. Una coppia di Lecco ha deciso di mollare tutto e vivere un’avventura in barca a vela, insieme ai tre figli (di 11, 8 e 3 anni).
«Ora che c’è ancora qualcosa di bello da vedere, vogliamo portare i nostri figli in giro per il mondo. Poi, vedremo cos’altro c’è. Non sappiamo se torneremo o se decideremo di vivere altrove. Per ora, abbiamo venduto la nostra casa a Milano per finanziarci e ci siamo presi un anno di tempo. Se troveremo modo di autosostentarci, potrebbero diventare due. Il coronavirus ci ha dimostrato che il 95% del nostro lavoro si può fare da nomadi digitali». Sara Rossini, 40 anni, sviluppa collezioni di tessuti stampati, il marito Stefano Barberis è un fisico nucleare, con un impiego all’Istituto nazionale di Fisica nucleare (ha preso un anno di aspettativa). Con i 3 bambini, trascorreranno un anno sabbatico sulla loro barca a vela, provvedendo personalmente alla formazione scolastica dei figli.
«Sono 3 anni che ci organizziamo. Avremmo dovuto partire a luglio, trasferendo a Pasqua la nostra barca dalla Grecia alla Liguria, per prepararla. A bordo servono pannelli solari, impianto eolico, desalinizzatore… Dobbiamo essere autonomi ed efficienti. Il coronavirus ha bloccato tutto. I nuovi programmi hanno spostato la partenza a settembre». L’equipaggio salperà tra 10 giorni dalla Liguria alla volta delle Baleari. Seconda tappa: le Canarie. Per poi attraversare l’oceano Atlantico, da Capo Verde ai Caraibi.
Un laboratorio per l’ambiente e la didattica
Chiunque potrà seguire la loro avventura online, sul sito shibumi.it e sui canali social della spedizione. Che avrà anche uno scopo scientifico e divulgativo. «Quando viaggi nella natura, devi adeguarti alle sue regole. Vivere così, in barca, insegnerà a tutti noi a evitare sprechi, a rispettare l’ambiente. Finora l’abbiamo fatto ogni anno, per due mesi. Ora affronteremo l’oceano». L’imbarcazione funzionerà come “floating lab” e centro raccolta dati sull’ambiente e sulle microplastiche.
Il viaggio sarà anche un esperimento per la didattica. La coppia provvederà all’istruzione dei tre figli. «E saremo in contatto con la scuola, perché i ragazzi conservino i loro rapporti umani. Funzioneremo, per la scuola, come un laboratorio in mare».
Per finanziare la loro avventura, Sara e Stefano si propongono ad aziende e possibili sponsor. Sono già “a bordo” un’azienda di pannelli solari, brand per ragazzi, un laboratorio di digital fabrication. «Sono molto felice perché mi sto rimettendo in gioco con un lavoro che mai avrei pensato di fare: mi occupo di marchi, piani marketing e mille altro ancora. Questa è la cosa meravigliosa che succede appena esci dalla tua comfort zone» racconta Sara. «Cerchiamo nuovi partner anche nel settore alimentare, dei detergenti ecologici e della tecnologia».
INFO: www.shibumi.it