Nel 2023, come abbiamo già scritto, l’intero ecosistema europeo, italiano incluso, ha subito un brusco calo di investimenti e finanziamenti. Anche le startup dell’Europa centrale e orientale (CEE), come riportato da Sifted (by Financial Times) hanno affrontato notevoli sfide nel reperire finanziamenti, in un contesto in cui gli investitori di venture capital si sono dimostrati particolarmente prudenti. Nonostante ciò, sono stati registrati alcuni investimenti significativi nella regione.
Il rallentamento economico ha colpito duramente l’ecosistema delle startup europee, ma la situazione è risultata particolarmente difficile per i fondatori CEE. Nel 2023, le startup della regione (escludendo l’Estonia, che rappresenta un caso a parte) hanno raccolto 1,1 miliardi di euro, un calo significativo rispetto ai 2,2 miliardi del 2022 e 1,9 miliardi del 2021. Questa diminuzione dei finanziamenti riflette le difficoltà incontrate soprattutto nelle fasi di raccolta fondi oltre la Serie A.
Nonostante la situazione generale, la regione ha comunque visto alcuni round di investimento rilevanti, spesso guidati da venture capital internazionali. Ad esempio, la Lituania ha registrato due round da 100 milioni di dollari per PVcase e Nord Security; la Repubblica Ceca ha visto il round da 32 milioni di dollari per Keboola; la Romania ha avuto investimenti significativi in FlowX.ai e DRUID; e la Polonia ha assistito al finanziamento da 20 milioni di euro per Vue Storefront. Tuttavia, in generale, i fondatori, in particolare quelli di startup in fase iniziale, hanno trovato difficoltà nel reperire finanziamenti, e i venture capital sono stati estremamente cauti nelle loro spese. Anche l’accesso ai fondi pubblici è diventato più difficile.
Alcuni governi della regione hanno utilizzato con successo i fondi dell’UE per creare strumenti finanziari pubblici volti a promuovere l’innovazione. Ad esempio, la Repubblica Ceca ha lanciato un fondo per le spin-out nell’intelligenza artificiale e la Romania ha avviato un fondo da 80 milioni di euro per i VC locali. Tuttavia, per via di dispute politiche, questi fondi sono stati bloccati per Ungheria e Polonia.
In Polonia, la mancanza di finanziamenti pubblici è stata particolarmente problematica. PFR Ventures, il fondo di fondi di proprietà statale, non ha ancora impiegato nessuna parte del budget di 426 milioni di euro promesso a metà 2022. Inoltre, un’altra istituzione pubblica polacca responsabile per i finanziamenti all’innovazione è stata coinvolta in uno scandalo di corruzione, mettendo in difficoltà molti fondatori. Di fronte alla scarsità di denaro, i fondatori hanno dovuto trovare modi per ridurre i costi e cambiare i modelli di business. La situazione economica ha esposto le realtà commerciali, alzando notevolmente l’asticella. Molti tra i principali scaleup della regione hanno recentemente posto l’accento sulla redditività piuttosto che sulla rapida crescita, con Bolt in Estonia, Booksy in Polonia e Rohlik in Repubblica Ceca tra questi.
Se c’è un settore che ha brillato nonostante la situazione macroeconomica, è stato sicuramente il deeptech. La regione CEE è nota per il suo talento ingegneristico, che ha cercato di cavalcare l’onda globale del deeptech. I fondatori CEE hanno anche cercato di sfruttare l’esplosione dell’intelligenza artificiale, con oltre 900 aziende attive nel settore AI nella regione. Tuttavia, nonostante questo interesse, persiste una limitata disponibilità di istituzioni che offrano opportunità di educazione e ricerca nel deeptech e nell’AI. Un altro problema è l’assenza di una strategia nazionale sull’intelligenza artificiale in molti paesi della regione.