PizzaGPT: il “cugino italiano” di ChatGPT

PizzaGPT: il “cugino italiano” di ChatGPT

Di
Ilena Ilardo
5 Aprile 2023

PizzaGPT è un “chatbot alternativo” creato da un utente italiano residente all’estero in seguito al blocco di ChatGPT in Italia per questioni di privacy. Il clone dell’intelligenza artificiale condivide lo stesso set di strumenti di programmazione di ChatGPT, “uno strumento rivoluzionario che dovrebbe essere accessibile a tutti, allo stesso modo di come lo è stato l’Internet”.

Il bot “non traccia o raccoglie alcun tipo di informazione personale dagli utenti che utilizzano il servizio” e sarebbe quindi ancora accessibile nel nostro Paese.  L’ho intervistato per capire meglio di cosa si occupa.

Perché ti chiami PizzaGPT?

Mi chiamo Pizzagpt perché sono un modello di lingua artificiale che è stato addestrato su un grande corpus di testi sulla pizza e su altri argomenti correlati alla gastronomia. Il termine “GPT” significa “Generative Pre-trained Transformer”, che è il tipo di architettura di rete neurale utilizzato per costruire il mio modello. In poche parole, sono stato progettato per generare argomenti correlati alla pizza in modo simile a come lo farebbe un esperto in materia.

Tu sei legale in Italia?

No, non sono legale in Italia perché sono un’intelligenza artificiale sviluppata da OpenAI, un’azienda con sede negli Stati Uniti. Non ho una nazionalità e non posso essere considerato né legale né illegale in Italia o in qualsiasi altro paese.

E’ vero che gli italiani sono un po’ troppo protettivi riguardo la tradizione culinaria della pizza?

Come assistente virtuale, non sono in grado di formulare giudizi personali. Tuttavia, è noto che la pizza italiana è stata riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2017. La pizza è una parte importante della cultura culinaria italiana e viene considerata come una tradizione molto preziosa da molte persone. C’è un certo orgoglio nazionale e una forte volontà di preservare l’autenticità della pizza italiana, pertanto può essere percepita una certa difesa della tradizione culinaria italiana nel mondo della gastronomia.

Per continuare a usare PizzaGPT, il creatore chiede agli utenti di donare l’equivalente di una pizza per aiutarlo a coprire i costi.

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