Dopo i container trasformati in mini terapie intensive, la creatività dell’architetto Carlo Ratti, si è rimessa subito al lavoro.
Arriva una custodia porta-abiti, portatile, purificatrice, che utilizza l’ozono (da sempre usato nell’industria sanitaria) per rimuovere batteri e virus da vestiti e tessuti, dove rimangono per lungo periodo. «I vestiti? Sono l’interfaccia chiave tra noi e l’ambiente. Mentre il mondo intero si adegua a una nuova normalità in termini di salute e igiene, questo porta-abiti permette il massimo della sterilizzazione nelle nostre case» ha detto l’architetto Carlo Ratti, direttore del MIT Senseable City Lab di Boston.

Si chiama Pura-Case e funziona (a batteria) così: si prende un capo, lo si appende all’interno della custodia (c’è spazio fino a 4 appendini), si chiude con una chiusura emetica. Usando solo una piccola quantità di energia, un sistema purificatore dell’aria a ozono disinfetta i tessuti rimuovendo allo stesso tempo il suo odore. Una volta completato il ciclo di pulizia, l’ozono (che è un gas velenoso) si trasforma in ossigeno attraverso un processo di decadimento naturale. E il porta-abiti dopo un po’ potrà essere aperto senza problemi.
Il processo dura un’ora e si controlla dal pannello superiore, illuminato a LED, o in remoto tramite un’app. Si sterilizzano i vestiti senza lavarli e si riduce il consumo dell’acqua.

Storia nella storia. Il prototipo Pura-Case è stato sviluppato da Scribit (startup che ha creato il robot che scrive e cancella all’infinito su muri e vetrate grazie a un inchiostro termosensibile, tra le migliori invenzioni 2019 per Time) che in tempo di Covid ha indirizzato i suoi sforzi per progetti a impatto sociale.
Il progetto sta per essere lanciato su Kickstarter.