Pressioni sulla Commissione Europea per fermare l’interferenza di Elon Musk nelle elezioni

Di
Redazione Millionaire.it
9 Gennaio 2025

Numerosi eurodeputati hanno chiesto alla Commissione Europea di essere più decisa nell’applicazione del Digital Services Act (DSA), la normativa che regola il comportamento delle grandi piattaforme digitali. La richiesta arriva mentre cresce la preoccupazione per il coinvolgimento di Elon Musk, proprietario di X (ex Twitter), nella politica europea.

La questione è esplosa dopo che Musk ha annunciato una diretta con Alice Weidel, leader del partito tedesco di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD). Con oltre 211 milioni di follower, Musk potrebbe dare un’importante visibilità al partito, in vista delle elezioni in Germania del 23 febbraio.

L’eurodeputato Damian Boeselager, co-fondatore del partito paneuropeo Volt, ha scritto alla Commissione chiedendo di verificare se il modo in cui X promuove i post di Musk sia legale ai sensi del DSA. Secondo Boeselager, il sistema che amplifica i contenuti del miliardario potrebbe violare le regole di trasparenza previste dalla legge.

Le preoccupazioni non sono nuove. Già nel 2023, alcune inchieste avevano rivelato che l’algoritmo di X era stato modificato per dare maggiore visibilità ai post di Musk. Il timore è che questo possa alterare il dibattito pubblico, soprattutto ora che il magnate interviene su temi politici delicati, come dimostrano recenti post in cui ha dichiarato che “solo l’AfD può salvare la Germania”.

 

Un rischio per la democrazia?
Altri politici europei si sono uniti alla richiesta di un’azione più decisa da parte della Commissione. Il ministro francese Jean-Noël Barrot ha sottolineato che Bruxelles deve applicare con fermezza le leggi esistenti o, in alternativa, restituire agli Stati membri il potere di farlo direttamente. Anche la vicepresidente del Parlamento Europeo, Christel Schaldemose, ha invitato la Commissione a muoversi con maggiore rapidità per garantire che le piattaforme rispettino le norme e tutelino la democrazia.

Secondo il DSA, le piattaforme che non rispettano le regole possono essere multate fino al 6% del loro fatturato globale o, in casi estremi, essere bandite dal mercato europeo. Nel luglio scorso, la Commissione aveva già accusato X di aver violato la normativa in tre ambiti, tra cui la vendita di verifiche con il “badge blu”, che ha favorito attività fraudolente. Tuttavia, l’indagine avviata nel dicembre 2023 non è ancora conclusa.

 

Cosa rischia Musk?
Se la Commissione Europea dovesse concludere che X ha violato il DSA in modo significativo, Musk potrebbe trovarsi ad affrontare pesanti sanzioni. La multa potrebbe arrivare fino al 6% del fatturato globale di X, una cifra che ammonterebbe a miliardi di euro. Nei casi più gravi, la normativa prevede persino la possibilità di bloccare l’accesso alla piattaforma nei paesi dell’Unione Europea. Un simile provvedimento non avrebbe precedenti, ma il crescente allarme per l’impatto delle grandi piattaforme sulla democrazia potrebbe spingere Bruxelles a prendere una posizione dura. L’obiettivo, secondo i legislatori, non è censurare il dibattito politico, ma garantire un terreno di confronto equo e trasparente.

 

Libertà di espressione o interferenza?
Il dibattito ruota attorno a una questione chiave: è accettabile che una persona, grazie al controllo di una piattaforma, possa influenzare così tanto l’opinione pubblica? L’ex commissario europeo Thierry Breton ha dichiarato che il sostegno di Musk all’AfD potrebbe costituire una forma di interferenza straniera. Anche il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha criticato Musk, accusandolo di guidare un “movimento reazionario internazionale” che fomenta odio e destabilizza le istituzioni europee.

Per ora, la Commissione ha dichiarato che l’indagine su X è ancora in corso e che analizzerà attentamente l’impatto della diretta tra Musk e Weidel. Pur non vietando eventi di questo tipo, la normativa europea impone alle piattaforme di evitare favoritismi nei confronti di certi contenuti o utenti. Se emergessero violazioni, potrebbero scattare pesanti sanzioni.

 

Non solo Musk…
Oltre ai problemi già sollevati riguardo al comportamento di Elon Musk e della sua piattaforma X, un’ulteriore preoccupazione per i leader europei è il rischio di un cambiamento nel panorama della regolamentazione dei contenuti digitali. A complicare il quadro si aggiunge anche Mark Zuckerberg, CEO di Meta, che ha recentemente annunciato l’intenzione di adottare un approccio più vicino a quello di Musk, privilegiando la cosiddetta “libertà di espressione” rispetto al fact-checking indipendente su Facebook e Instagram. Questo cambiamento potrebbe rendere più difficile il contrasto alla disinformazione in Europa e altrove, creando una spaccatura tra il modello regolamentato europeo e l’approccio più permissivo delle grandi piattaforme americane. Inoltre, il legame di Musk con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump solleva timori tra i leader europei di possibili ripercussioni diplomatiche nel caso in cui si adottassero misure troppo severe contro le piattaforme social. Nonostante questo contesto delicato, sia il Digital Services Act dell’UE che l’Online Safety Act del Regno Unito prevedono sanzioni significative per le piattaforme che non limitano contenuti illeciti e disinformazione, con indagini già in corso sulle presunte violazioni di X. Mentre l’Europa si prepara a difendere i propri valori democratici, sarà cruciale mantenere un equilibrio tra la protezione della democrazia e il rispetto dell’innovazione tecnologica, evitando di cedere a pressioni politiche o economiche provenienti dall’altra sponda dell’Atlantico.

 

 

 

 

 

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