L’estate si sta rivelando un vero incubo per l’industria dei voli a causa degli scioperi, che colpiscono indiscriminatamente in Italia come in Regno Unito e, in ordine sparso, diversi Paesi europei, che si sommano a una vera e propria esplosione dei prezzi con rincari a doppie cifre in tutto il continente. Dopo anni in cui l’industria era stata letteralmente ferma a terra, il boom turistico di quest’estate rappresenta l’occasione per gran parte delle linee aeree di portare all’incasso la lunga dieta durata oltre due anni. Dall’altra parte gli addetti ai lavori, forzati dalla perenne carenza di personale a straordinari ormai divenuti ordinari, ma a ben pochi benefici economici.
Ma come se non bastassero scioperi e prezzi, il vero inferno per i viaggiatori, che ci accompagnerà nel prossimo futuro, è generato dalla crisi climatica. Riprendiamo e approfondiamo uno studio relativo agli effetti del clima sull’industria aeronautica. Studio pubblicato dalla versione americana di Wired e recentemente riproposta anche in Italia.
I ritardi, le cancellazioni e le turbolenze violente stanno diventando sempre più comuni a causa delle condizioni meteorologiche estreme che si stanno verificando. Voli che sono al tempo stesso vittime e carnefici in questa situazione. L’aviazione ha un impatto significativo sul clima, poiché volare produce una grande quantità di anidride carbonica, contribuendo al 2-3% delle emissioni globali di CO2 legate all’energia. Tuttavia, è anche un settore vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico, come temperature più elevate, turbolenze crescenti, problemi di decollo e tempeste più frequenti e intense che possono causare ritardi e cancellazioni dei voli.
Le ondate di calore improvvisate possono danneggiare le infrastrutture degli aeroporti e causare ritardi significativi. L’asfalto degli aeroporti si scioglie letteralmente a certe temperature, intrappolando i velivoli. L’aumento della temperatura porta a una maggiore umidità nell’aria, aumentando le probabilità di temporali e causando ulteriori ritardi. Gli incendi sempre più gravi, poche settimane fa quelli canadesi hanno bloccato parte del Nord America, generano fumo che influisce sulla visibilità e sui sistemi di navigazione degli aerei.
Ma non solo i cambiamenti nei modelli dei venti possono alterare la durata dei voli e richiedere rotte e rifornimenti diversi. Questi problemi influenzano direttamente i viaggiatori, che subiscono ritardi, cancellazioni e disagi. L’industria dell’aviazione ha fatto progressi per rendere i voli più efficienti, ma affrontare in modo significativo questi problemi richiede aerei progettati per resistere alle sfide ambientali e infrastrutture aeroportuali aggiornate. Ciò richiede la collaborazione tra autorità dell’aviazione, compagnie aeree e produttori, ma non ci saranno soluzioni rapide.
Nonostante i problemi, la domanda di voli rimane elevata, con previsioni di un numero record di passeggeri quest’estate – lo chiamano ‘revenge tourism’, lo sfogo dopo anni di ‘astinenza’ forzata. Tuttavia, se si sommano a ciò le ondate di calore, gli scioperi dei lavoratori e i problemi di personale, è probabile che i disagi continueranno a persistere per un po’ di tempo e si prospetta un’esperienza da girone dantesco (un girone infernale, per la precisione).