Storica sentenza del Consiglio di Stato conferma la sanzione a Google
Il 13 maggio 2024, il Consiglio di Stato ha confermato una storica sentenza che sancisce la responsabilità di Google per una pubblicità illegale sul gioco d’azzardo, imposta dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom). Questa decisione rappresenta un precedente significativo nella regolamentazione delle piattaforme digitali, imponendo loro di vigilare sui contenuti pubblicitari che ospitano.
La sentenza
La sentenza del Consiglio di Stato ribalta quella del Tar del Lazio che, precedentemente, aveva accolto il ricorso di Google contro una sanzione di 750.000 euro inflitta da Agcom. Il Tar aveva argomentato che Google, in qualità di hosting provider, non poteva essere ritenuto responsabile per i contenuti caricati dagli utenti, se non partecipava attivamente alla loro creazione. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha stabilito che Google non agisce come un mero hosting provider passivo, ma piuttosto promuove attivamente i contenuti pubblicitari tramite una gestione imprenditoriale, beneficiando economicamente dalla loro diffusione.
Implicazioni della sentenza
Secondo Massimiliano Capitanio, commissario di Agcom, questa sentenza avrà rilevanti implicazioni per le grandi piattaforme tecnologiche, le quali non potranno più ignorare i contenuti delle pubblicità che ospitano, specialmente se violano le leggi nazionali. La decisione rafforza il concetto che le piattaforme digitali devono essere proattive nel prevenire la diffusione di contenuti illeciti.
Altri casi e sanzioni
La sanzione a Google non è un caso isolato. Recentemente, Agcom ha sanzionato anche altre piattaforme tecnologiche per violazioni simili. Ad esempio, Twitch Interactive Germany è stata multata per 900.000 euro per la promozione di slot-machine e scommesse sportive su oltre 20.000 video. Inoltre, Meta è stata sanzionata per 5.850.000 euro per pubblicità sul gioco d’azzardo attraverso le piattaforme Facebook e Instagram.
La normativa di riferimento
Queste sanzioni si basano sul Decreto Dignità, introdotto nel 2018, che vieta qualsiasi forma di pubblicità relativa al gioco d’azzardo. La normativa prevede sanzioni pari al 20% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità, con un minimo di 50.000 euro per ogni violazione. Questa legislazione mira a contrastare il gioco d’azzardo patologico, proteggendo così i consumatori da pratiche commerciali aggressive e pericolose.
La sentenza del Consiglio di Stato contro Google segna un punto di svolta nella responsabilizzazione delle big tech riguardo ai contenuti pubblicitari illegali. Questo verdetto rafforza la posizione di Agcom e potrebbe avere un effetto deterrente su future violazioni da parte delle piattaforme digitali. Le grandi aziende tecnologiche devono ora considerare con maggiore attenzione le implicazioni legali e morali delle pubblicità che scelgono di ospitare sulle loro piattaforme.