Re Carlo III fa causa a Elon Musk

Di
Melania Guarda Ceccoli
30 Gennaio 2023

Il proprietario di Twitter non paga l’affitto degli uffici di Londra da ottobre.

 

Quanto volte i proprietari di casa che affittano il proprio appartamento o ufficio si sono trovati a fare causa al proprio affittuario? È successa la stessa cosa a Re Carlo III.

La società britannica The Crown Estate, che gestisce le proprietà della Corona, ha citato in giudizio Twitter, di proprietà di Elon Musk, per presunto mancato pagamento dell’affitto della sua sede londinese dall’ottobre 2022.

Secondo il Daily Telegraph la società statunitense aveva firmato un contratto di locazione da 2,6 milioni di sterline all’anno per il terzo piano dei suoi uffici londinesi in Air Street, vicino a Piccadilly Circus, ma il caso sembrerebbe riguardare un presunto affitto non pagato al primo piano dello stesso edificio. Dopo aver precedentemente contattato Twitter in merito al reclamo, la società ha ora portato il caso all’Alta Corte di Londra.

La holding monarchica possiede uno dei più grandi portafogli di terreni e aziende del Regno Unito, valutato circa 15,6 miliardi di sterline britanniche (17,68 miliardi di euro), i cui proventi sono gestiti dal Tesoro del Regno Unito.

Twitter ha firmato un contratto di locazione da 2,6 milioni di sterline all’anno per il terzo piano della proprietà londinese nel 2021.

Twitter, che è stato acquistato dal miliardario sudafricano Elon Musk a ottobre per 44 miliardi di dollari, e ha tagliato la metà dei 7.500 dipendenti, ha ordinato ai dipendenti di lasciare diversi uffici in tutto il mondo. Sembra infatti che sia stato anche citato in giudizio da un proprietario di San Francisco per presunto mancato pagamento dell’affitto nella sua sede sulla costa occidentale. Secondo quanto riferito, Twitter ha anche chiesto ai dipendenti dei suoi uffici di Singapore di lasciare l’ufficio l’11 gennaio a causa degli arretrati dell’affitto.

L’acquisizione della società da parte del magnate Tesla è stata accolta con molte critiche e numerosi inserzionisti che si sono ritirati dalla popolare piattaforma per la preoccupazione che il suo programma di “libertà di parola” potesse portare a un aumento dei contenuti che incitano l’odio. Altro punto a suo sfavore era stato il lancio dello schema “Blue Tick” per gli utenti.

La filiale britannica di Twitter per il momento non ha risposto alle richieste di chiarimenti da parte della stampa britannica.

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