Negli ultimi tempi, il sindaco di Milano, Giuseppe “Beppe” Sala, ha espresso posizioni forti e critiche riguardo al problema della casa nella città meneghina. Le sue dichiarazioni si sono concentrate in particolare sull’aumento dei prezzi degli affitti e sulla proliferazione degli affitti brevi attraverso piattaforme come Airbnb. Sala ha chiesto l’intervento legislativo per limitare gli affitti brevi per chi possiede molte proprietà, puntando il dito contro coloro che operano in maniera speculativa, acquistando interi edifici per destinarli esclusivamente a questo tipo di locazione.
Questa la sintesi della sua ultima intervista al Corriere della Sera.
La sua posizione non è nuova od originale. Andare contro i proprietari di case affittate a breve e contro la piattaforma principale, è lo sport preferito di gran parte dei sindaci delle grandi metropoli. Poco tempo fa Barcellona ha bandito gli affitti turistici (con effetto tra qualche anno), New York li ha fortemente limitati, Firenze, Venezia…
Sala ha guidato Milano negli ultimi 8 anni e, come sindaco, ha gestito i progetti approvati in passato continuando su piani di sviluppo che hanno reso Milano forse l’unico vero polo di attrazione italiano. E come tutte le metropoli di successo, arrivano eventi, talenti, investimenti… e il caro vita. La carenza di case e i costi proibitivi potevano essere previsti, ma la colpa è chiaramente solo di Airbnb.
La situazione degli affitti a Milano
Milano, nota per essere una delle città più dinamiche e attrattive d’Italia, ha visto negli ultimi anni un aumento significativo del costo degli affitti. Questo fenomeno è stato attribuito in parte alla crescente domanda di alloggi da parte di turisti e visitatori, nonché all’incremento del numero di appartamenti offerti per affitti brevi su piattaforme come Airbnb. La conseguenza diretta è stata un rincaro dei prezzi degli affitti, rendendo la vita difficile per molti residenti, in particolare per i giovani, le famiglie e gli studenti universitari. D’altra parte se prevedi che a lungo termine cresca la domanda turistica, l’offerta si sposta in tal senso.
L’Attacco di Sala ad Airbnb
Sala ha dichiarato che, se avesse il potere, limiterebbe gli affitti brevi per chi possiede più di una proprietà. Secondo il sindaco, l’attuale legislazione non consente alle amministrazioni comunali di imporre restrizioni adeguate per controllare il fenomeno degli affitti brevi. Nonostante le discussioni avute con la ministra delegata Daniela Santanché, Sala ha lamentato la mancanza di progressi concreti su questo fronte.
Il sindaco ha sottolineato che il problema degli affitti alti non è unico a Milano, ma è condiviso con altre grandi città italiane come Roma e Bologna, che stanno sperimentando situazioni simili. Tuttavia, la peculiarità di Milano come città degli eventi e del turismo continuo amplifica la questione, rendendo urgente l’adozione di misure specifiche.
La richiesta di maggiori poteri legislativi
Sala ha chiesto un maggiore sostegno dal governo nazionale, auspicando l’introduzione di leggi che permettano alle municipalità di limitare gli affitti brevi in modo più efficace. In particolare, ha proposto il divieto di affitti brevi per chi possiede più proprietà, una misura che potrebbe contrastare la speculazione e riportare sul mercato abitazioni per affitti a lungo termine.
Pensare ad una politica per la casa che preveda più alloggi nuovi e la conversione di quelli inutilizzati non è chiaramente l’agenda principale del Sindaco. Una pianificazione a lungo termine per chi non sarà al suo posto per troppo tempo non è chiaramente d’effetto ai fini politici. Una crociata contro Airbnb e i proprietari immobiliari è invece una mossa ad effetto. La ricetta sembra essere sempre la stessa: alla carenza di iniziativa pubblica, si limiti quella privata.
La critica alla Politica industriale e al Governo
Oltre al problema degli affitti, Sala ha criticato il governo per la mancanza di una politica industriale chiara e per la distanza percepita tra l’esecutivo e le realtà locali. Il sindaco ha espresso delusione per il fatto che, nonostante Milano sia un polo economico e culturale di primo piano, il dialogo con il governo centrale risulta limitato. Ha lamentato la scarsa presenza della presidente del Consiglio a Milano e la mancanza di un confronto diretto con la comunità milanese.
Oltre alla questione abitativa, Sala ha affrontato altri temi critici per la città, come la sicurezza e la mobilità. Ha riconosciuto che esiste un sentimento di insicurezza tra i cittadini e ha annunciato misure per incrementare la presenza di vigili urbani, migliorare l’organizzazione della polizia locale e chiedere un maggiore supporto dal Ministero dell’Interno.
Milano: una città in evoluzione
Nonostante le sfide, Sala ha ribadito che Milano rimane una città attrattiva, con università in crescita e un mercato del lavoro dinamico. Ha sottolineato l’importanza di continuare il percorso di internazionalizzazione e di affrontare le problematiche con un approccio pragmatico e orientato al futuro.
Quindi Milano polo di attrazione, bene!, “accorrete numerosi”. Un piano per aumentare alloggi e posti letto sembra non esserci. Se si vuole una città che cresca serve darle case, alloggi per studenti e posti letto destinati all’ospitalità. Se chi ha immobili cerca di offrirli a chi paga meglio non è certo un reato, si chiama proprietà privata. Dare alternative a studenti, famiglie e turisti è un problema di pianificazione, di politica, innanzitutto. Si tratta di gestire la crescita, non di reprimere l’iniziativa privata.
Il sindaco Sala, pur riconoscendo le difficoltà attuali, invita a guardare al futuro con ottimismo e determinazione. Chiede l’introduzione di misure legislative per affrontare il problema degli affitti brevi e un maggiore coinvolgimento del governo centrale nelle questioni locali. Solo con una collaborazione efficace tra le diverse istituzioni sarà possibile trovare soluzioni durature per garantire a Milano un futuro sostenibile e inclusivo per tutti i suoi abitanti. Ma dire che il colpevole sia Airbnb e i proprietari di case… è una toppa ad anni in cui il fenomeno era sotto gli occhi di tutti.