Samantha Cristoforetti torna nello spazio per la seconda volta. Lo ha annunciato oggi l’Esa, che il 3 marzo presenterà i dettagli della prossima missione. Nella prima, Futura, tra il 2014 e il 2015, l’astronauta italiana aveva trascorso 200 giorni in orbita, occupandosi di ricerca scientifica sulla Iss.
«Sono emozionata e onorata di tornare sulla Stazione spaziale internazionale, la mia casa lontano da casa» ha commentato oggi AstroSamantha.
«È l’avamposto dell’umanità nello spazio. Si tratta di una meraviglia ingegneristica, un luogo di cooperazione internazionale pacifica e fruttuosa, un laboratorio interdisciplinare dedicato alla scienza in ambiente di microgravità. È il nostro primo passo verso una presenza umana continua nello spazio».
“Diventare astronauta? Un sogno che si è avverato”
43 anni, due lauree. Una in Ingegneria all’università di Monaco di Baviera e una in Scienze aeronautiche presso l’Accademia di Pozzuoli. Parla inglese, tedesco, francese, russo. Per essere ammessa nel corpo dell’Esa, nel 2009, Samantha ha superato una selezione con oltre 8000 candidati da 17 Paesi e una serie di test psicologici e fisici durata quasi un anno.
«Non ho mai pensato a tutte le rinunce, i sacrifici e l’impegno necessari ad arrivare fin qui perché lavorare in team con tanti scienziati, tecnici e ingegneri tutti appassionati di astronomia riesce a trasmettere un’energia e una carica particolari» ci ha detto in un’intervista tempo fa. «E poi non ho mai perso l’entusiasmo di quando, da ragazzina, sognavo i mondi della fantascienza. Mi entusiasmavo leggendo le avventure del Corsaro Nero, di Sandokan e Star Trek. È stato quel senso del meraviglioso e del fantastico, dell’esplorazione nell’ignoto, che ha acceso in me il desiderio di conoscere lo spazio che ci circonda» .
Dopo essere tornata sulla Terra, negli ultimi anni, AstroSamantha si è dedicata ai giovani studenti del Centro Astronauti Europeo di Colonia, in Germania. Lì ha guidato il team Spaceship EAC, al lavoro sulle sfide delle future missioni lunari. Ha rappresentato gli astronauti nel progetto Gateway, che punta a creare una stazione nell’orbita lunare. E, nel 2019, è stata comandante di NEEMO23, una missione di 10 giorni nella stazione di ricerca sottomarina Aquarius.
«Diventare un’astronauta è stato un sogno che si è avverato. Riunisce molte delle mie passioni: scienza e tecnologia, macchinari complessi, impegnativi ambienti di lavoro, team internazionali, preparazione fisica, risonanza pubblica. E, naturalmente, ogni tanto ti capita di fare un giro su un razzo per lavoro!» ha detto pochi giorni fa alla presentazione del nuovo bando per astronauti dell’Esa.