Twitter minaccia di intraprendere azioni legali contro Meta per la sua nuova piattaforma “Uccidi Twitter” Threads, accusando il gigante dei social media di arruolare ex dipendenti per creare un’applicazione clone e di rubare segreti industriali.
Due giorni fa Meta ha presentato Threads, una sorta di gemella di Instagram, ma text-based, oggettivamente molto simile a Twitter (e ad altre piattaforme).
Nella serata di giovedì 6 luglio, il media americano Semafor rivela di aver ottenuto in esclusiva la copia della lettera di un avvocato di Twitter, Alex Spiro, inviata al CEO di Meta, Mark Zuckerberg, accusando l’azienda di “appropriazione sistematica, volontaria e illegale dei segreti commerciali di Twitter e di altre proprietà intellettuali”.
“Twitter intende far rispettare rigorosamente i suoi diritti di proprietà intellettuale e richiede che Meta adotti immediatamente misure per smettere di utilizzare qualsiasi segreto commerciale di Twitter o altre informazioni altamente riservate”, ha scritto Spiro. “Twitter si riserva tutti i diritti, compreso, ma non limitato a, il diritto di ricorrere a rimedi civili e provvedimenti giudiziari senza ulteriore preavviso per impedire qualsiasi ulteriore conservazione, divulgazione o utilizzo della sua proprietà intellettuale da parte di Meta”.
Spiro ha accusato Meta di assumere decine di ex dipendenti di Twitter che “avevano e continuano ad avere accesso ai segreti commerciali di Twitter e ad altre informazioni altamente riservate”. Utile ricordare che fu proprio Musk ad avere allontanato una quota importante dei dipendenti di Twitter subito dopo la sua rocambolesca acquisizione. Non è difficile pensare che alcuni tra questi abbiano meditato una qualche sorta di ‘vendetta’.
Twitter sostiene che Meta abbia assegnato a tali dipendenti lo sviluppo dell’app Threads di Meta con l’intento specifico che utilizzino i segreti commerciali di Twitter e altre proprietà intellettuali al fine di accelerare lo sviluppo dell’app di Meta concorrente. Attività che sarebbe in totale violazione sia della legge statale che federale, nonché degli obblighi di tali ex-dipendenti nei confronti di Twitter.
Semafor ha anche interpellato una fonte interna a Meta, che ha chiaramente catalogato tali accuse come infondate con un breve commento: “Nessun membro del team di ingegneria di Threads è un ex dipendente di Twitter, non è così”.
Quello che è certo è che Threads sia una diretta sfida a Twitter, soprattutto a Musk.

Da quando Musk ha acquistato Twitter l’anno scorso, infatti, c’è chi denuncia la deriva politica del miliardario sudafricano e il degrado crescente dell’esperienza su Twitter. È pur vero che, nonostante tutte le critiche, le altre piattaforme emerse (come Post.News, Mastodon e Bluesky) non sono riuscite a ottenere grandi risultati.
Threads potrebbe però essere la minaccia più seria finora nel portare via utenti (e dollari) a Twitter. Meta ha le risorse per competere con Twitter. Inoltre, ha miliardi di utenti di Instagram cui attingere; Threads consente agli utenti di trovare immediatamente e trasferire i propri follower di Instagram anziché ricostruire la propria rete da zero, senza peraltro farsi grandi problem di privacy.
Meta ha anche un’ampia esperienza nell’insediare i rivali con copie di successo. Le Stories di Instagram hanno ostacolato Snapchat, mentre i Reels sono nati in diretta concorrenza a TikTok.
Zuckerberg ha intanto annunciato che Threads ha già registrato 30 milioni di utenti.
C’è chi ritiene che da questa guerra non uscirà un vincitore vero e proprio, ma addirittura potrebbe tornare una maggiore frammentazione tra piattaforme diverse, ciascuna con una propria ‘macro-nicchia’ di utenti. In qualche modo si potrebbe tornare ai tempi in cui nessuno aveva un ruolo dominante. Un pò come uno scontro tra Titani e noi utenti (la nostra attenzione, dipendenza e soldi) siamo la ricompensa finale.