Spagna: proposta di una tassa del 100% sulle case per stranieri extra-UE

Di
Matteo Cerri
14 Gennaio 2025

Il governo spagnolo, guidato dal Primo Ministro Pedro Sánchez, ha annunciato un pacchetto di misure per affrontare la crescente crisi abitativa nel Paese, includendo una proposta controversa: l’introduzione di una tassa fino al 100% del valore degli immobili acquistati da cittadini non residenti provenienti da paesi extra-UE, come il Regno Unito. Questa proposta, che deve ancora essere finalizzata e approvata dal Parlamento, ha suscitato un ampio dibattito a livello nazionale e internazionale, colpendo soprattutto coloro che speravano di stabilirsi o investire in Spagna dopo la Brexit.

 

La crisi abitativa: cause e conseguenze

Negli ultimi anni, la Spagna ha assistito a un costante aumento dei prezzi delle abitazioni, con incrementi che hanno superato di gran lunga la crescita dei redditi medi. Secondo dati forniti dal governo, negli ultimi dieci anni i prezzi delle case in Europa sono aumentati del 48%, mentre i salari sono cresciuti a un ritmo molto più lento. Questo squilibrio ha reso sempre più difficile per i cittadini locali trovare alloggi a prezzi accessibili, soprattutto nelle grandi città come Madrid, Barcellona, Malaga e Valencia.

Sánchez ha sottolineato l’urgenza della situazione, affermando che l’Occidente si trova di fronte a una sfida decisiva: evitare che la società si divida in due classi, quella dei “ricchi proprietari” e quella dei “poveri inquilini”. La proposta di tassare gli acquisti immobiliari da parte di cittadini extra-UE mira a frenare la speculazione immobiliare e a garantire una maggiore disponibilità di abitazioni per i residenti locali.

 

Una tassa senza precedenti

La proposta di tassare fino al 100% del valore degli immobili acquistati da non residenti extra-UE rappresenta un intervento senza precedenti nella storia fiscale spagnola. Attualmente, chi acquista una casa in Spagna deve affrontare costi aggiuntivi che variano tra il 10% e il 12% del valore dell’immobile, a seconda della regione in cui si trova la proprietà. L’introduzione di una tassa del 100% raddoppierebbe il costo totale per gli acquirenti stranieri, rendendo praticamente impossibile qualsiasi investimento da parte di cittadini non europei che non risiedono stabilmente nel Paese.

Secondo le dichiarazioni di Sánchez, nel 2023 circa 27.000 abitazioni sono state acquistate da non residenti extra-UE. Il primo ministro ha accusato questi acquirenti di contribuire all’aumento dei prezzi non per viverci, ma per scopi speculativi. “Non possiamo permetterci, in un contesto di carenza abitativa, che le case vengano comprate solo per fare profitti”, ha dichiarato durante una conferenza a Madrid.

 

Il contesto post-Brexit e il declino del “visto d’oro”

La nuova proposta si inserisce in un quadro più ampio di restrizioni agli investimenti immobiliari da parte di stranieri, che hanno acquisito una maggiore rilevanza dopo la Brexit. Fino ad ora, molti cittadini britannici hanno beneficiato del cosiddetto “visto d’oro”, un programma che consentiva a chi investiva almeno 500.000 euro in immobili spagnoli di ottenere un permesso di soggiorno. Tuttavia, Sánchez ha annunciato che questa possibilità verrà abolita a partire da aprile 2025, come parte degli sforzi per garantire un accesso più equo al mercato immobiliare.

Secondo il registro anagrafico spagnolo, il numero di britannici ufficialmente residenti in Spagna è aumentato negli ultimi anni, passando da 276.089 nel 2017 a 284.037 nel 2023. Tuttavia, con la fine della libertà di movimento dovuta alla Brexit e l’inasprimento delle normative sugli investimenti, le prospettive per i futuri espatriati britannici sembrano ora molto più incerte.

 

Critiche e dubbi sull’efficacia della proposta

Nonostante le intenzioni dichiarate del governo, diversi esperti del settore immobiliare hanno espresso perplessità sull’efficacia della nuova proposta. Antonio de la Fuente, direttore generale del gruppo immobiliare Colliers, ha definito la misura come una “goccia nell’oceano”, considerando che le 27.000 case acquistate da stranieri rappresentano una frazione minima del totale di 26 milioni di abitazioni presenti in Spagna. De la Fuente ha inoltre sollevato dubbi sulla possibilità che la proposta venga effettivamente approvata dal parlamento, suggerendo che il governo potrebbe mirare più a scoraggiare nuovi investimenti creando “incertezza e rumore” piuttosto che a introdurre una normativa realmente applicabile.

Un altro punto critico riguarda l’impatto economico della proposta. L’acquisto di immobili da parte di stranieri ha storicamente rappresentato una fonte significativa di entrate per l’economia spagnola, soprattutto in regioni turistiche come la Costa del Sol e le Isole Baleari. Ridurre drasticamente questi investimenti potrebbe avere conseguenze negative per il settore immobiliare e per l’industria del turismo, che rappresentano due pilastri fondamentali dell’economia nazionale.

 

Restrizioni sugli affitti turistici e altre misure

Oltre alla proposta di tassare gli acquisti immobiliari, il governo ha annunciato ulteriori provvedimenti per affrontare la crisi abitativa. Tra questi, vi è un inasprimento delle normative sugli affitti turistici, che vengono spesso accusati di sottrarre alloggi al mercato delle locazioni a lungo termine e di contribuire all’aumento dei prezzi. Sánchez ha dichiarato che gli affitti a breve termine, offerti su piattaforme come Airbnb, saranno soggetti a una tassazione più elevata, al fine di garantire una maggiore equità rispetto al settore alberghiero.

Il governo intende inoltre aumentare la disponibilità di alloggi sociali, destinando 3.300 abitazioni a un nuovo ente pubblico per l’edilizia popolare e offrendo incentivi a chi ristruttura e affitta a prezzi accessibili immobili attualmente vuoti.

 

Opportunità per l’Italia: attrarre investimenti con una strategia alternativa

In questo contesto di incertezza generata dal mercato spagnolo, l’Italia potrebbe cogliere l’opportunità per attrarre una quota significativa degli investimenti immobiliari extra-UE, soprattutto nelle aree interne, spesso soggette a spopolamento e degrado. A differenza della proposta spagnola, che punta a scoraggiare gli investimenti stranieri, l’Italia potrebbe adottare un approccio opposto: favorire e incentivare l’acquisto di immobili in zone da rigenerare attraverso agevolazioni fiscali e programmi di recupero edilizio.

Molte aree interne italiane, ricche di storia e bellezze naturali, sono in cerca di nuovi abitanti e investitori. Politiche mirate che promuovano il recupero di borghi abbandonati e l’acquisto di case a prezzi ridotti potrebbero trasformare queste zone in mete appetibili per acquirenti stranieri, evitando al contempo di generare lo stesso “spauracchio” che la proposta spagnola sta sollevando. In questo modo, l’Italia potrebbe non solo contrastare il fenomeno dello spopolamento, ma anche rilanciare il proprio mercato immobiliare con creatività e lungimiranza, sfruttando gli errori altrui a proprio vantaggio.

 

Conclusioni

La proposta di introdurre una tassa del 100% sugli acquisti immobiliari da parte di non residenti extra-UE rappresenta una risposta drastica a una crisi abitativa che ha assunto proporzioni allarmanti in Spagna. Tuttavia, resta da vedere se questa proposta sarà effettivamente attuata e se riuscirà a produrre gli effetti desiderati senza danneggiare altri settori dell’economia. In ogni caso, la decisione segna un cambiamento significativo nell’approccio del governo spagnolo verso gli investimenti stranieri nel mercato immobiliare, riflettendo una crescente preoccupazione per l’accessibilità abitativa e il benessere dei cittadini locali.

Per l’Italia, invece, si apre l’opportunità di adottare politiche innovative e attrattive che sappiano sfruttare a proprio vantaggio le incertezze del mercato concorrente, puntando sul recupero delle aree interne e sul rilancio demografico ed economico delle zone in declino.

 

 

 

 

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