Sarà lo spirito olimpico o la consapevolezza dei vantaggi per le casse dello Stato di una popolazione sana e attiva, ma un nuovo disegno di legge, sostenuto da tutti i partiti, punta a includere l’attività sportiva nelle prescrizioni mediche soggette ad agevolazione fiscale.
In Italia, l’inattività costerà 1,3 miliardi nei prossimi 30 anni lo sport rappresenta uno strumento per investire nel futuro del Paese.
Il disegno di legge mira a rendere l’esercizio fisico detraibile dal 730, equiparando lo sport a un farmaco. Attualmente, nella Dichiarazione dei Redditi 2024, i genitori con figli tra i 5 e i 18 anni possono già ottenere uno sconto Irpef del 19% sulle spese sostenute per l’iscrizione a piscine, palestre o impianti sportivi dilettantistici.
La proposta di legge prevede che pediatri, medici di medicina generale e specialisti possano prescrivere l’attività sportiva come un “farmaco senza controindicazioni”, valido per tutte le età. Questo permetterebbe alle famiglie di recuperare parte delle spese sostenute, incentivando così una maggiore pratica sportiva.
Secondo Eurobarometro, nel 2022 il 45% degli europei era inattivo. In Italia, solo il 3% delle persone dichiarava di svolgere esercizio fisico regolarmente, la metà della media europea. Inoltre, oltre il 56% degli italiani ammette di non praticare alcuna attività sportiva, 11 punti percentuali in più rispetto alla media europea.
L’incremento dell’attività sportiva può prevenire l’insorgenza di malattie croniche. Un rapporto congiunto dell’Oms e dell’Ocse, “Step up! Affrontare il peso dell’insufficiente attività fisica in Europa”, evidenzia che 150 minuti a settimana di sport in più potrebbero prevenire 11,5 milioni di casi di patologie non trasmissibili. Nei prossimi 25 anni, lo sport potrebbe evitare in Europa 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e oltre 400mila casi di tumori.
Per i firmatari della proposta di legge è essenziale riconoscere il valore formativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva. Questo riconoscimento dovrebbe essere al centro dell’agenda politica e dell’azione legislativa, promuovendo la cura e la prevenzione delle malattie croniche.
Ad oggi, anche se le spese per i minori possono essere detratte, ci sono dei limiti: l’importo massimo detraibile è di 210 euro per ciascun figlio, e la detrazione decresce per i redditi superiori a 120mila euro fino ad azzerarsi a 240mila euro. Inoltre, l’agevolazione è limitata alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni o dalle rispettive Federazioni nazionali.
Le spese per l’attività sportiva dei figli possono rientrare nei rimborsi per i dipendenti riconosciuti dal datore di lavoro nell’ambito di un piano di welfare aziendale. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate specifica che sono escluse dalla tassazione solo le spese relative a educazione, istruzione, servizi integrativi e mensa, ludoteche e centri estivi invernali. Le spese per l’attività sportiva sono detraibili solo se svolte nell’ambito di iniziative incluse nei piani di offerta formativa scolastica; fuori da questo contesto, devono essere tassate come previsto dalla normativa vigente.
La proposta di legge rappresenta un importante passo verso il riconoscimento dello sport come elemento essenziale per la salute pubblica e il benessere della popolazione. Se approvata, potrebbe incentivare un maggior numero di persone a impegnarsi nell’attività fisica, contribuendo a ridurre i costi sanitari e migliorare la qualità della vita.