Taranto: il più grande dissalatore ad uso civile in Italia

Taranto: il più grande dissalatore ad uso civile in Italia

Di
Alessandra Ponti
14 Maggio 2023

A Taranto si è chiusa il 5 maggio scorso la gara indetta da Acquedotto Pugliese per costruire un dissalatore ultratecnologico sulle sorgenti salmastre del fiume Tara, progettato per produrre ogni giorno l’equivalente del fabbisogno idrico giornaliero di 385.000 persone (quasi un quarto della popolazione dell’intera penisola salentina), con una potenzialità di 55.400 m3/giorno circa di acqua potabile. Un bando da circa 100 milioni di euro, in parte dai provenienti dai fondi del Pnrr, che doterà l’Italia del più grande dissalatore ad osmosi inversa, il primo impianto continentale ad uso civile del Paese. L’entrata in esercizio delle opere è prevista per la metà del 2026.

Le aziende propongono interventi anche di medio-breve termine con partenariati pubblico-privati. Con l’avvicinarsi dell’estate il rischio siccità e l’emergenza idrica ritornano ad essere una priorità nel nostro Paese. E mentre il DL Siccità, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 17 aprile, sta espletando il suo iter in Senato, torna sul banco il tema “dissalatori”, utilizzati  per produrre acqua potabile dall’acqua del mare. 

 

L’agenda del Governo

Tra le priorità della Cabina di regia per la crisi idrica, istituita proprio con il Decreto, oltre a quello di snellire le procedure amministrative al fine di fornire risposte concrete e urgenti ai territori, figura infatti proprio quella dei progetti di dissalatori di acqua marina, come strumento di transizione per affrontare le fasi di emergenza. Un esempio in tal senso è il progetto presentato nei mesi scorsi dal sindaco di Genova Marco Bucci, che prevede di unire l’acqua proveniente dai depuratori a un’eguale quantità di acqua marina, per poi trasportare nel Nord Italia l’acqua desalinizzata, utilizzando una pipeline, una tubatura già esistente e inutilizzata al porto Petroli di Genova. I primi interventi riguarderanno 5 regioni risultate più urgenti come Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio, per un investimento complessivo di 102.030.000 euro messi a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. 

 

Il parere delle imprese

“L’importante è prevedere anche interventi che abbiano tempi di realizzazione medio-brevi e aggiungere la possibilità di realizzare le infrastrutture idriche mediante forme di partenariato pubblico privato e di finanza di progetto –  spiega in una nota stampa Paola Bartossi, AD di Fisia Italimpianti (Gruppo Webuild), leader mondiale nella progettazione sostenibile e nella realizzazione di impianti per la dissalazione, il trattamento delle acque e la gestione dei rifiuti -. Se l’intervento di privati può aiutare la realizzazione delle infrastrutture necessarie in tempi più rapidi, questo può essere solo un punto a vantaggio”.

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