Tassa di soggiorno: aumenti fino a 25 euro. Insorgono gli albergatori.

Di
Redazione Millionaire.it
9 Agosto 2024

Dopo la stretta sugli affitti brevi e l’imbarazzante stallo sui balneari, il governo passa ad occuparsi degli albergatori, cui riserva una bella sorpresa al rientro dalle vacanze.

Il governo italiano sta infatti valutando un significativo aumento dell’imposta di soggiorno, che potrebbe arrivare fino a 25 euro a notte per i pernottamenti in hotel di lusso. Attualmente limitata a capoluoghi, unioni di comuni e località turistiche, la nuova normativa permetterebbe a tutti i 7.904 comuni italiani di applicare questa tassa.

La proposta prevede un sistema di tariffe basato sul costo del soggiorno:
– Pernottamenti inferiori a 100 euro: fino a 5 euro.
– Tariffe tra 100 e 400 euro: fino a 10 euro.
– Camere tra 400 e 750 euro: fino a 15 euro.
– Soggiorni in hotel di lusso superiori a 750 euro: fino a 25 euro.

 

Durissima la reazione di Federalberghi

Federalberghi ha espresso forte disaccordo, sottolineando che l’incremento recente del 40% dell’imposta in occasione del Giubileo è già stato un duro colpo per il settore. Un ulteriore aumento potrebbe ridurre la competitività delle destinazioni italiane, spingendo i turisti verso mete estere più economiche. L’associazione ha evidenziato, inoltre, che la tassa potrebbe raddoppiare l’impatto dell’IVA (del 10%) su una camera da 100 euro a notte, rendendo il soggiorno meno conveniente per i visitatori.

Anche Confindustria Alberghi ha criticato la proposta, sostenendo che le strutture ricettive non dovrebbero essere considerate un facile strumento di finanziamento per i comuni.

 

Quali sono le altre tasse, più o meno nascoste, sui pernottamenti?

Oltre all’imposta di soggiorno, i turisti che alloggiano in alberghi o bnb in Italia spesso devono pagare altre tasse. Queste includono:
– IVA sui servizi alberghieri: generalmente al 10%.
– Tassa di pulizia: applicata da molte strutture bnb.
– Tasse locali aggiuntive: alcune città possono applicare ulteriori tributi locali per finanziare specifici servizi o infrastrutture turistiche.

Queste tasse, combinate con la possibile nuova imposta di soggiorno, potrebbero aumentare significativamente il costo complessivo di un soggiorno in Italia, influenzando le scelte dei turisti e il mercato turistico in generale.

Il dialogo tra il Ministero del Turismo e le associazioni di categoria continuerà a settembre per discutere ulteriormente l’impatto e le modalità di implementazione della nuova imposta.

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