Tasse sugli Airbnb

Di
Melania Guarda Ceccoli
12 Gennaio 2023

L’Italia può richiedere la ritenuta d’acconto

 

Dal 1º gennaio 2023 arrivano delle novità per quanto riguarda la tassazione di affitti brevi sulle piattaforme online. Scatta infatti l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle Entrate i codici fiscali dei locatori, i redditi percepiti e i dati catastali degli immobili messi in affitto. In casa di mancata comunicazione c’è il rischio per le piattaforme, come Airbnb, di essere bloccate.

L’Italia può anche richiedere le ritenute d’acconto. La Corte UE ha dato quindi parzialmente ragione allo Stato italiano e torto a Airbnb ritenendo legittima la legge sulle locazioni brevi introdotta nel 2017. E dunque anche Airbnb dovrà agire da sostituto di imposta trattenendo il 21% di ritenuta d’acconto da versare poi direttamente allo Stato.

È la conseguenza della direttiva n. 2021/514/Ue (Dac 7) che ha previsto un regime di cooperazione amministrativa nel settore fiscale e di scambio automatico di informazioni tra Stati e gestori di piattaforme digitali per contrastare in modo significativo l’evasione fiscale.

 

Il contribuente ha, dunque, la possibilità di:

  • assoggettare “ordinariamente” adIRPEF i redditi fondiari derivanti dai canoni di locazione;
  • optare per la cedolare secca del 21%.
  • I contratti di locazione breve non sono soggetti a registrazione presso l’Agenzia delle Entrate se la loro durata non supera i 30 giorni.

 

I dati che devono essere comunicati

Le maggiori piattaforme di prenotazione per gli affitti brevi hanno già cominciato a richiedere i dati degli host, ossia:

  • i codici fiscali dei locatori
  • i redditi percepiti
  • i dati catastali degli immobili

I gestori potranno inviare fino a due solleciti ai locatori e avranno due mesi di tempo per bloccare i profili di chi non si adegua alla normativa.

 

I numeri degli affitti brevi in Italia

Secondo i dati di Scenari Immobiliari, il mercato degli affitti brevi in Italia è tornato a circa 950 mila abitazioni. Secondo Airdna, da 11 mila annunci pubblicati a Milano a dicembre 2021, si è passati ai 15 mila di settembre 2022, stesso discorso anche a Roma, dove sono passati da 20 mila a 23 mila.

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