Si prospetta una conferenza ricca di ispirazioni quella del TEDxSapienzaU. La giornata, in programma oggi nell’Aula magna dell’Università Sapienza di Roma, porta nella capitale alcuni tra i protagonisti dell’innovazione mondiale.
Il programma
Tre le sessioni in cui si possono ascoltare gli interventi su business, imprenditoria femminile, intelligenza artificiale, ricerca ed economia dello spazio. Nella prima intervengono Damiano Tullio, antropologo e fondatore di Antropostudio; la divulgatrice scientifica Ilaria Lucrezia Rossi; Edward von Freymann, presidente della Fondazione Gaia von Freymann, che prende il nome da sua figlia, morta in un incidente stradale insieme all’amica Camilla Romagnoli; e lo studente di fisica Riccardo Basilone. Il secondo panel vede protagonisti Gloria Schito, fondatrice del brand di moda Iconica; Matteo Cervellini, studente di fisioterapia; Ana Estrela, fondatrice del bistrot sociale multietnico Ethnic Cook, e la poetessa Nina Lambarelli. Dopo la pausa pranzo chiudono i lavori Marcello Ienca, professore di Etica dell’Intelligenza Artificiale; la rapper Rose Villain; Silvano Onofri, membro dell’Agenzia spaziale europea e la dottoranda in Economia Nakita Aboya.
Gli organizzatori
L’evento fa parte del ciclo di conferenze TED gestito dall’ente no profit Sapling Foundation, che ha deciso di replicare il successo dei “talks” statunitensi declinandoli a livello locale attraverso i TEDx. Lo scopo dell’iniziativa è di riunire (in un’ottica di open innovation) menti, idee e storie di successo in modo che possano contaminarsi a vicenda ed essere spunto di riflessione per il pubblico in sala. In questo caso la cornice è quella della città universitaria di piazzale Aldo Moro. «Un altro contributo tangibile che il nostro ateneo offre per perseguire e creare strutture di eccellenza che rendono l’Italia competitiva con gli altri paesi – afferma la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni –. Un esempio concreto è il progetto Rome Technopole, un ecosistema di innovazione a carattere regionale creato per alimentare la filiera di ricerca, formazione e innovazione, in sinergia con il mondo imprenditoriale, nell’ambito di salute, biopharma e transizione energetica e digitale. Il Pnrr poi ci fornirà l’occasione per valorizzare la nostra ricerca, portarla fuori dal perimetro universitario e accelerare la costituzione di spin off, startup e incubatori di idee che possano innescare processi virtuosi di crescita».
Pochi fondi e poche donne
Gloriosi propositi che hanno bisogno di un supporto economico per essere realizzati. Eppure l’Italia continua a essere il Paese Ocse con gli investimenti più bassi per l’Università, nonostante i nostri ricercatori continuino a essere tra i più apprezzati in ambito internazionale. Nel 2022 la quota di popolazione dai 25 ai 34 anni che aveva completato l’istruzione terziaria era del 29,2% contro il target del 45% definito per il 2030 dal Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione. Il forte divario di genere a favore delle donne (35,5% contro il 23,1% degli uomini) tuttavia non risolve il problema della poca attrattività delle discipline scientifiche per le ragazze. «A matematica, statistica e scienze naturali ci sono più studentesse che studenti, perché sono tradizionalmente percorsi che portano anche all’insegnamento – prosegue Polimeni –. Ancora basse invece le immatricolazioni ai corsi di informatica, dove non ci sono più di due donne ogni dieci iscritti maschi nelle lauree triennali (tre ogni dieci per le magistrali). Nell’ultimo anno, però, abbiamo registrato un aumento dell’11,3% grazie anche al progetto “100 ragazze Stem” attraverso il quale abbiamo erogato borse di studio di 3.200 euro alle diplomate con 100 alla maturità».