Un’App di messaggistica sicura, gratuita, “leggera” (l’archivio è sul cloud). Un sistema per scambiare in modo rapido materiali di ogni tipo: testi, immagini, video, file audio, pdf e link. Il “peso” massimo è di 2GB e c’è la possibilità di zippare. Un ecosistema che permette anche di fare videochiamate, avviare chat segrete e temporizzate ed effettuare pagamenti online tramite bot. In più, non fa parte del mondo Gafa (Google, Apple, Facebook e Amazon), non ospita pubblicità e non è governato da un algoritmo. Se non ci fosse, Telegram bisognerebbe inventarlo! E invece c’è chi l’ha inventato. Pavel Durov, 36 anni, miliardario russo che ha vissuto anche in Italia, per poi tornare in patria e laurearsi in Filologia.
Pavel supporta Telegram dal punto di vista finanziario e ideologico, mentre il fratello Nikolai è l’anima tecnologica. «Crediamo nella messaggistica veloce e sicura, gratuita al 100%. Non abbiamo intenzione di inserire pubblicità o vendere i dati degli utenti. Supportiamo Telegram con i nostri fondi. Se questi fondi finiranno, inviteremo gli utenti a donare o aggiungeremo funzionalità non essenziali a pagamento. Fare profitti non sarà mai un obiettivo di Telegram» dichiarano i due.
Telegram ha un’utenza qualificata e in aumento, al momento conta 400 milioni di utenti nel mondo (15 milioni in Italia). L’opportunità è ghiotta per professionisti, commercianti e imprenditori che vogliono promuoversi, instaurare un dialogo diretto con i clienti, esplorare nuovi mercati e avere uno strumento per la comunicazione interna ed esterna. Telegram è un ecosistema in cui entrare da pionieri. Ma come usare questo social per fare personal branding, far arrivare gente in negozio o lanciare un business? Millionaire lo ha chiesto a Federica Rossi (@AsiaFR su Telegram), 47 anni, romana, laureata in Economia e commercio alla Luiss e appassionata di comunicazione e marketing.
«Telegram per me è stata una folgorazione: è una piattaforma dalle mille potenzialità. Il mio hashtag è #telegramisthefuture».
Perché un’azienda dovrebbe usare Telegram?
«Può essere molto utile per un’azienda, sia grande sia piccola, ma anche per artigiani, freelance e chiunque abbia un’attività da promuovere, oppure per fare personal branding. Un primo uso può essere quello per il direct marketing con il grande vantaggio che i contenuti, a differenza di ciò che succede negli altri social, non sono governati da un algoritmo che decide che cosa mostrare nel feed. Il canale può essere anche usato come un blog collegato al proprio sito. Al canale si può collegare un gruppo di discussione dove tutti gli utenti possono commentare i post e avere un contatto diretto».
Possiamo dire che Telegram è adatto sia alla comunicazione esterna sia a quella interna?
«Certo! Telegram è utile anche per gestire i rapporti con lo staff, i dipendenti. Per esempio, funziona bene per comunicare con la rete dei venditori».
Che budget mettere in conto?
«La piattaforma è gratuita. Se si ha un budget minimo e non si sa nulla di Telegram, il mio consiglio è di investire sulla formazione del titolare o di una persona interna che poi si occuperà di gestire questo social».
E l’alternativa al fai da te?
«Affidarsi a un social media manager. A parte un costo iniziale di creazione e strutturazione di un canale, la pubblicazione di un post a settimana parte dai 100-120 euro mensili. Io stessa, nel 2018, ho pensato a “Telegram Angel”, un servizio di assistenza per le attività di gestione dei canali. Una specie di agenzia pubblicitaria specializzata in Telegram (https://telegramangel.it)».
Si possono pubblicare gli stessi contenuti che ci sono sugli altri social?
«Sì (è facile e automatico), ma non solo. Agli utenti Telegram bisogna dare qualcosa in più dei contenuti speciali. Per esempio, si può decidere di fare un’offerta speciale il martedì e postare un’intervista il venerdì».
Quali le sue potenzialità?
«Infinite, io ne sono un esempio vivente. Da semplice utilizzatrice sono diventata un’appassionata dello strumento e oggi, dopo 5 anni, ci lavoro e… vengo intervistata da Millionaire! Se Telegram continuerà a crescere con questi ritmi, credo che tra un paio di anni potrà essere equiparato a YouTube, Facebook e Instagram».
Tratto da Millionaire di novembre 2020.