L’iconico cantante Toto Cutugno, nato il 7 luglio 1943, si è spento il 22 agosto all’Ospedale San Raffaele di Milano. Notoriamente amato in Italia, Cutugno era riconosciuto all’estero con “L’Italiano”, considerato quasi un inno nazionale. La sua brillante carriera comprende quindici partecipazioni a Sanremo, con memorabili esibizioni come quella del 1990 con Ray Charles. Cutugno era non solo un talentuoso cantautore, ma anche un apprezzato conduttore, ricordato per aver guidato “Domenica In” nel 1987.
Sin dai suoi primi passi nel mondo della musica, Cutugno ha dimostrato un talento eccezionale. Nel 1975, Joe Dassin ha reso celebre la sua “L’ete’ Indien” in Francia. Toto ha anche scritto per artisti di calibro come Mireille Mathieu, Johnny Hallyday, e in Italia per Ornella Vanoni e Domenico Modugno, tra gli altri. La sua presenza a Sanremo è stata costante e fruttuosa, culminata con la vittoria nel 1980 con “Solo noi”.
Uno dei momenti salienti della sua carriera è stato il brano “L’Italiano” nel 1983. Nonostante non abbia vinto a Sanremo, la canzone ha venduto milioni di copie, affermandolo come artista internazionale. La sua partecipazione al festival è stata intensa e variata, incluse esibizioni con Belen Rodriguez e il coro dell’Armata Rossa.
Fedele alla sua passione, Cutugno ha continuato a esibirsi nonostante le sfide, rinunciando all’Olympia di Parigi nel 2005 pur di essere a Sanremo. Nel 2018, un imprevisto malore gli ha impedito di esibirsi in Belgio, ma ha poi cantato all’Olympia di Parigi, ricevendo un tributo su Le Monde.
La sua integrità è stata evidente anche nel 2019, quando, nonostante le controversie in Ucraina, ha insistito sul suo impegno apolitico, esibendosi infine a Kiev davanti a un pubblico caloroso. Sempre legato al contesto europeo, nel 2021 ha passato il testimone ai Maneskin a Eurovision, ricordando la sua vittoria nel 1990.
I funerali dell’amatissimo artista si terranno il 24 agosto a Milano. La triste notizia è stata comunicata dal manager Danilo Mancuso e dalla famiglia. La scomparsa di Cutugno lascia un vuoto immenso nella musica italiana.
