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Trump presidente: la cripto-rivoluzione americana è pronta a decollare. Non in Italia.

Di
Redazione Millionaire.it
11 Novembre 2024

L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e i risultati dei Repubblicani nei vari stati chiave hanno portato una ventata di ottimismo nel mondo delle criptovalute. La vittoria di Trump segna un punto di svolta per un’industria che per anni si è scontrata con normative stringenti e sanzioni pesanti. L’entusiasmo nel settore cripto si riflette immediatamente sul prezzo del Bitcoin, che ha raggiunto per la prima volta la cifra record di 80.000 dollari, e ha favorito un incremento dei principali token come Ethereum e Solana.

 

Un “momento d’oro” per le criptovalute?

Secondo Richard Teng, CEO di Binance, la vittoria di Trump rappresenta “l’inizio di un’era d’oro” per il settore delle criptovalute negli Stati Uniti. Il quadro politico che si sta delineando negli USA vede un’amministrazione più aperta verso le valute digitali rispetto ai precedenti governi democratici, accusati di soffocare l’innovazione e ostacolare le imprese cripto attraverso una regolamentazione considerata troppo severa. Binance stessa era stata colpita da una multa di 4,3 miliardi di dollari e sanzioni per violazioni antiriciclaggio, mentre il suo precedente amministratore delegato ha dovuto affrontare problemi legali.

Trump, nel corso della sua campagna, ha lodato apertamente il Bitcoin come un’opportunità per l’economia statunitense, al punto da proporre la creazione di una riserva strategica di Bitcoin e promuovere una nuova impresa cripto sponsorizzata dai suoi figli. La sua cerchia ristretta, inclusi membri influenti come il futuro vicepresidente JD Vance e il finanziere Howard Lutnick, è a favore di politiche pro-cripto, con molti di loro che possiedono asset digitali o gestiscono aziende strettamente connesse al settore.

 

Bitcoin a cifre record e nuovi orizzonti regolamentari

Il Bitcoin ha raggiunto livelli mai visti, toccando quota 80.000 dollari subito dopo la vittoria elettorale di Trump e la conquista repubblicana di vari stati chiave come Nevada e Arizona. Questa ascesa, che ha visto un incremento di quasi il 10% in pochi giorni, dimostra la rinnovata fiducia degli investitori in un contesto normativo potenzialmente più favorevole per le criptovalute. Anche Ethereum ha registrato una crescita significativa, superando per la prima volta i 3.200 dollari.

Con un Congresso sempre più dominato dai Repubblicani, gli investitori si aspettano cambiamenti rapidi in ambito regolatorio, in particolare per quanto riguarda la SEC (Securities and Exchange Commission), considerata da molti un ostacolo per l’industria cripto. Trump aveva promesso, durante la sua campagna, di sostituire l’attuale presidente della SEC, Gary Gensler, il quale aveva avviato diverse azioni legali contro colossi cripto come Binance, Coinbase e Ripple. Anche se la rimozione di Gensler potrebbe non essere semplice, l’obiettivo sembra ora quello di spostare l’autorità regolatoria dalla SEC alla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), una scelta che comporterebbe meno restrizioni per il mercato degli asset digitali.

 

Un futuro politico e finanziario più ‘amico’ delle criptovalute

Non è un caso che l’industria delle criptovalute abbia investito pesantemente nelle recenti elezioni statunitensi. Entità come Coinbase e la venture capital Andreessen Horowitz hanno finanziato campagne per sostenere candidati pro-cripto e per influenzare le elezioni con un budget di oltre 170 milioni di dollari. Tali investimenti hanno prodotto risultati: secondo un gruppo di sostegno a favore delle criptovalute, vi sono attualmente 284 politici pro-cripto al Congresso, contro i 132 che si oppongono all’uso delle valute digitali.

Kristin Smith, CEO della Blockchain Association, ha sottolineato come la cripto-industria abbia acquisito una significativa influenza politica, un traguardo che le consentirà di resistere meglio a eventuali future regolamentazioni “ingiuste”. Le speranze degli operatori sono rivolte, inoltre, alla modifica delle norme bancarie che obbligano le istituzioni finanziarie a trattare gli asset digitali come passività nel bilancio. Se la normativa venisse abolita, si aprirebbero le porte a una partecipazione massiccia di istituzioni finanziarie come BNY Mellon e State Street, dando una spinta poderosa alla crescita dell’adozione istituzionale delle criptovalute.

 

Ostacoli e dubbi per il futuro

Nonostante l’entusiasmo, non mancano i dubbi. David Yermack, professore di finanza presso la Stern School of Business della NYU, rimane scettico sui reali benefici che la presidenza Trump potrà portare all’industria cripto. Yermack ricorda che molte delle promesse elettorali di Trump, come la creazione di una riserva di Bitcoin per il governo statunitense, sono improbabili o addirittura irrealistiche.

Inoltre, Alex Blume, fondatore di Two Prime, ammonisce sulle potenziali difficoltà di implementazione delle politiche promesse, evidenziando che il progetto cripto avviato dalla famiglia Trump ha venduto finora solo il 5% dei token disponibili.

L’elezione di Donald Trump ha senz’altro acceso nuove speranze nel mondo delle criptovalute e degli investitori, pronti a beneficiare di un contesto normativo più favorevole. Tuttavia, il cammino verso una piena accettazione delle criptovalute come risorsa economica richiede ancora tempo e la concretizzazione di molte promesse, spesso ardite, fatte durante la campagna elettorale.

 

In Italia, in compenso, il settore digitale nel suo complesso e il mondo cripto, con l’aumento della tassazione sui profitti apportato con la recente finanziaria (ancora modificabile) sembra essere ben visto dal Governo, dal Regolatore e, chiaramente, interessare molto il Fisco.

 

 

 

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