Nel Regno Unito, dopo le rivolte degli ultimi giorni e le contromisure giudiziarie (700 arrestati e oltre 350 a processo), il governo ha deciso di passare all’offensiva contro le fake news che circolano sui social media. Fake news che sarebbero state la scintilla per le violente proteste in diverse città inglesi.
A partire dal prossimo anno scolastico gli alunni, a partire dalla scuola primaria, riceveranno competenze di pensiero critico per identificare la disinformazione online.
Le scuole utilizzeranno lezioni di inglese, ICT (tecnologia dell’informazione e della comunicazione) e matematica per “armare” gli alunni contro le “putride teorie del complotto”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione.
L’iniziativa è stata presentata mentre, tra i numerosi arrestati, un ragazzo di 13 anni è stato accusato, sabato, di aver partecipato attivamente ai disordini violenti a Manchester.
Il Ministro dell’Istruzione ha dichiarato: “È più importante che mai fornire ai giovani le conoscenze e le competenze necessarie per sfidare ciò che vedono online. Ecco perché la nostra revisione del curriculum scolastico svilupperà piani per integrare competenze critiche nelle lezioni, per armare i nostri bambini contro la disinformazione, le fake news e le putride teorie del complotto che circolano sui social media.”
Nel frattempo, il capo della Polizia del Regno Unito ha esortato le persone a stare lontano dai siti di social media accusati di influenzare i rivoltosi, che includevano molti giovani.
Detective specializzati in crimine organizzato sono stati assegnati per perseguire quegli influencer che hanno diffuso odio e incitato alla violenza.
Le rivolte di estrema destra che sono infuriate per due settimane, sono state alimentate da forme di disinformazione “sempre più sofisticate”, inclusi siti web creati per imitare quelli di giornali e emittenti.
I cambiamenti pianificati per il curriculum scolastico aiuteranno i bambini a identificare tutti i contenuti estremisti, incluse teorie del complotto di estrema sinistra e propaganda basata sulla religione.
Un esempio potrebbe prevedere l’uso delle lezioni di inglese per analizzare i rapporti giornalistici, esaminando il loro stile e l’uso del linguaggio rispetto alle fake news. Questo insegnerebbe ai bambini a distinguere tra giornalismo indipendente e propaganda, osservando il pregiudizio e l’iperbole in quest’ultima. Nelle lezioni di informatica, gli studenti impareranno a identificare fonti di informazione inaffidabili, inclusi i siti di fake news.
Molti siti di propaganda sono imitazioni grossolane di veri organi di informazione, ma alcuni stanno diventando più realistici. La disinformazione sull’attentatore di Southport, ad esempio, è stata amplificata da Channel3 Now, che si spaccia per un’agenzia di notizie americana, ma è stata collegata direttamente alla Russia.
Gli alunni potrebbero anche essere preparati a riconoscere immagini photoshoppate di storie tratte da veri siti di notizie, dove il titolo o il corpo del testo è stato modificato. Questa settimana, ad esempio, è stata condivisa una storia, falsamente attribuita al Telegraph, che affermava che il Labour stava pianificando di costruire campi di detenzione sulle Isole Falkland per ospitare i rivoltosi. Un’immagine della notizia fabbricata è stata ampiamente condivisa sui social media, incluso da Elon Musk.
Le recenti rivolte hanno riacceso il dibattito su una stretta regolamentare sulle compagnie di social media che permettono la diffusione di post estremisti sulle loro piattaforme. Il governo inglese sta considerando di riprendere i piani per una legislazione, abbandonata dai conservatori, che costringerebbe i giganti della tecnologia a rimuovere o sopprimere contenuti “legali ma dannosi”. Iniziative simili, con provvedimenti e multe salate, sarebbero all’attenzione anche dei legislatori europei, alle prese con diverse ‘iniziative’ contro X (e non solo).
Intanto il Capo della Polizia inglese ha dichiarato: “Il nostro comportamento online non è astratto. Ha conseguenze nel mondo reale. Forse dovremmo cancellare molto di più di quanto condividiamo.”
Lo stesso, che venerdì ha avuto colloqui con il Re, ha avvertito le persone che hanno incitato alla violenza online che devono prepararsi a “qualcuno che bussa alla porta”.
Ha aggiunto che il numero di persone arrestate e accusate “aumenterà senza dubbio in modo significativo” mentre gli agenti esaminano i filmati delle rivolte.
C’è chi grida alla repressione della libertà, in UK come in Europa, ma è pur vero che è impressionante la violenza che possono suscitare notizie manipolate come pure è innegabile che i social siano un facile strumento di propaganda che ha terreno fertile tra la popolazione più ingenua e impreparata.
Da questo punto di vista, ben venga educare i ragazzi, si da giovani, a giudicare quanto leggono e vedono online.