La possibile vittoria di Kamala Harris o di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA del 2024 potrebbe avere implicazioni economiche molto diverse per l’Europa e per l’Italia, legate principalmente a tre aree: politica commerciale, transizione energetica e politiche fiscali.
Politica commerciale e dazi
– Con Harris: la sua presidenza probabilmente manterrebbe una politica commerciale stabile con l’Europa, evitando i dazi generalizzati sugli alleati che Trump ha proposto. La continuità con le politiche di Biden implicherebbe che l’Europa non si troverebbe a fronteggiare tariffe punitive sulle esportazioni, soprattutto nel settore automobilistico e in altre industrie chiave. Ciò garantirebbe una maggiore stabilità nelle relazioni commerciali transatlantiche e aiuterebbe l’export europeo, incluso quello italiano.
– Con Trump: al contrario, una vittoria di Trump potrebbe portare a una reintroduzione dei dazi, con impatti significativi sui settori europei più esposti, come l’automobile. In Italia, questo colpirebbe soprattutto il settore alimentare e le esportazioni di componentistica automobilistica e macchinari, rallentando potenzialmente la crescita economica e costringendo le imprese italiane a fronteggiare maggiori costi per mantenere la competitività negli Stati Uniti.
Relazioni con la Cina e la transizione energetica
– Con Harris: anche se Harris non imporrebbe dazi sugli alleati, proseguirebbe probabilmente con un approccio fermo nei confronti della Cina, come Biden. L’Europa, che ha legami commerciali profondi con Pechino, potrebbe risentire indirettamente delle tensioni tra USA e Cina, specialmente nei settori high-tech e automotive. Inoltre, Harris sosterebbe fortemente le politiche green americane, mantenendo i sussidi per la produzione di energia pulita (Inflation Reduction Act), che potrebbero attirare investimenti verdi dagli USA e ridurre il margine competitivo dell’Europa.
– Con Trump: Trump, più orientato verso il protezionismo energetico, potrebbe ridurre il focus sulle politiche climatiche e ritirare parte dei finanziamenti per la transizione green. Per l’Italia, particolarmente impegnata nella transizione ecologica, questo potrebbe ridurre la competizione sui finanziamenti green, ma aumentare la pressione diplomatica per mantenere i target climatici globali.
Politiche fiscali e tassi di interesse
– Con Harris: la politica fiscale di Harris sarebbe espansiva ma non aggressiva, con un probabile aumento della spesa pubblica e del debito, anche se più moderato rispetto a Trump. Questo approccio potrebbe contribuire a mantenere i tassi di interesse statunitensi relativamente stabili, limitando l’apprezzamento del dollaro. Di conseguenza, l’euro potrebbe rimanere relativamente forte, favorendo il potere d’acquisto europeo su beni importati dagli USA.
– Con Trump: un approccio fiscale di Trump, caratterizzato da dazi elevati e spesa pubblica maggiore, potrebbe causare un incremento dell’inflazione interna e richiedere rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve per tenere sotto controllo i prezzi. Tassi USA più alti potrebbero rafforzare il dollaro, aumentando i costi per i Paesi europei che importano dagli Stati Uniti e influendo sui rendimenti dei titoli di Stato europei.
Influenza sulla politica economica dell’Unione Europea
– Con Harris: una presidenza Harris apporterebbe una continuità alle attuali relazioni economiche, permettendo all’UE di sviluppare le proprie politiche industriali ed energetiche senza pressioni o modifiche eccessive. Le politiche di Harris sul clima e sull’industria verde, in parallelo con quelle europee, potrebbero favorire sinergie e collaborazioni su progetti di sostenibilità.
– Con Trump: un ritorno al protezionismo di Trump potrebbe spingere l’UE a rafforzare la propria autonomia strategica, accelerando i piani per ridurre la dipendenza commerciale dagli Stati Uniti. Per l’Italia, ciò significherebbe maggiori investimenti in settori chiave come la difesa, l’energia e la tecnologia per consolidare il mercato unico europeo.
Una vittoria di Harris, su carta, rappresenterebbe una scelta più favorevole alla stabilità economica e alla collaborazione tra Europa e Stati Uniti, mentre una vittoria di Trump comporterebbe maggiori rischi di attriti commerciali, che potrebbero impattare l’export italiano e aumentare i costi delle importazioni. Ma Trump ci ha insegnato che l’imprevedibilità è una sua caratteristica ed è veramente difficile come potrebbe essere un suo secondo mandato.